Mentre proseguono i raid israeliani, sale sempre più il rischio di un possibile nuovo attacco dell’Iran come ritorsione all’offensiva israeliana dello scorso ottobre. Gli Stati Uniti hanno annunciato il dispiegamento di nuove forze a beneficio di Israele. Intanto fallisce la proposta di tregua degli Usa per il Libano
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Israele non allenta i raid su Libano e sulla Striscia di Gaza, dove nelle ultime 24 ore, secondo cifre fornite da Hamas non confermate da altre fonti, i bombardamenti avrebbero provocato 84 vittime palestinesi, fra cui 50 bambini. 52, invece, i morti nell’est del territorio libanese. Anche dal sud del Libano Hezbollah avrebbe lanciato una nuova serie di razzi verso il centro di Israele, che hanno ferito oltre 20 persone e causato diversi danni.
Il rischio attacco dall’Iran
Continua a crescere la tensione per il rischio di una ritorsione dell’Iran. Il leader Ali Khamenei, ha dichiarato che Israele e Stati Uniti “riceveranno sicuramente una risposta severa a ciò che stanno facendo all’Iran, alla nazione iraniana e al fronte della resistenza”. È di queste ore la rivendicazione da parte della “Resistenza islamica in Iraq”, una coalizione di gruppi armati filo-iraniani, di quattro attacchi con droni effettuati contro “obiettivi vitali” a Eilat, città costiera nel sud di Israele sulle rive del Mar Rosso. Attacchi che Israele, senza identificare gli aggressori, aveva intercettato e neutralizzato. Intanto, un alto funzionario della milizia filo-iraniana Hezbollah al-Nujaba ha precisato che i gruppi islamisti in Iraq si stanno coordinando pienamente con Teheran per rispondere “al momento opportuno, tempo e luogo” contro Israele per gli attacchi aerei della scorsa settimana. In questo scenario, gli Usa hanno già annunciato il dispiegamento di nuove forze a beneficio di Israele che inizieranno ad arrivare nei prossimi mesi. Tra questi vengono annoverati nuovi cacciatorpedinieri per la difesa contro i missili balistici, squadroni di caccia e aerei cisterna e diversi bombardieri d’attacco a lungo raggio B-52 dell’aeronautica americana nella regione.
Fallito tentativo di negoziazione
La sponda negoziale, intanto, segna uno stop, con la caduta nel vuoto, secondo quanto fatto sapere dal presidente del parlamento libanese, Nabih Berry, della proposta di tregua per il Libano avanzata dagli Stati Uniti. La road map statunitense è stata bocciata dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Berry ha aggiunto che la trattativa per risolvere la situazione in Libano riprenderà dopo le elezioni statunitensi previste per il 5 novembre. In questo modo, “la situazione rimane esposta agli sviluppi sul terreno”, ha affermato il presidente del Parlamento, che teme che il Paese possa diventare “una seconda Gaza”.”