Nella notte gli israeliani ha lanciato attacchi missilistici contro gli iraniani. Colpite diverse basi militari a Teheran e in altre città, le autorità della repubblica islamica riferiscono di “danni limitati” e annuncia il suo “legittimo diritto all’autodifesa”
Marco Guerra – Città del Vaticano
Dopo quasi quattro settimane è arrivata la risposta israeliana ai bombardamenti iraniani del primo ottobre su Israele. L’esercito israeliano (Idf) riferisce che sono state “colpite le strutture di produzione di missili della repubblica islamica, le schiere di missili terra-aria e altre capacità aeree in diverse aree del Paese”. Si tratta di materiale e infrastrutture, spiega Idf, usati contro Israele nell’ultimo anno.
La reazione di Teheran
L’attacco è stato completato intorno alle ore quattro di locali è durato circa 3 ore ed ha preso di mira 20 obiettivi, riferiscono i media israeliani, nel frattempo anche in Siria sono stati segnalati attacchi aerei israeliani su posizioni militari nel centro e nel sud del Paese, in gran parte intercettati dalla difesa anti aerea, secondo fonti militari siriane. Concluse le operazioni, l’esercito israeliano ha affermato che l’Iran “pagherà un prezzo elevato” se inizierà un nuovo ciclo di escalation, mentre indiscrezioni giornalistiche sostengono che Israele ha inviato venerdì un messaggio all’Iran prima dei suoi attacchi, avvertendo Teheran di non rispondere. Non si è invece fatta attendere la reazione del ministero degli Esteri iraniano che in una nota ha dichiarato che l’Iran ha “il legittimo diritto alla autodifesa secondo la Carta delle Nazioni Unite ed è inoltre obbligato a difendere il paese contro qualsiasi aggressione straniera”.
Usa: sia posta fine allo scambio di attacchi
La Casa Bianca è stata aggiornata prima dell’operazione e un suo funzionario ha dichiarato che gli attacchi di Israele all’Iran dovrebbero porre fine allo scambio diretto di fuoco tra i due Paesi nemici.