A Roma, l’organizzazione celebra la sua fondazione. Il presidente Manfredonia: “Abbiamo camminato dal ’48 in poi a fianco della Repubblica, in un Paese che comunque è progredito, che nasceva dalle macerie di una guerra”. No a ogni forma di conflitto dall’Ucraina al Medio Oriente, sì al valore della diplomazia
Alessandro Guarasci – Città del Vaticano
Le Acli celebrano gli 80 anni. E lo fanno con un evento all’auditorium della Conciliazione a Roma che richiama più di 1.500 aclisti, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il tema del lavoro malpagato è stato al centro di questa giornata. Per Emiliano Manfredonia, presidente Acli, “la scarsità dei salari è certificata dalla Caritas, dall’Istat. Quindi non è tanto la quantità del lavoro, ma di avere un riequilibrio del lavoro, un riequilibrio che oggi confligge molto col tema della rendita. Oggi non ci scandalizziamo di persone che hanno un patrimonio che non possono spendere in mille vite, e invece ci sono persone che non hanno un lavoro decente”.
Le Acli per lo stato sociale che tuteli i più deboli
Manfredonia mette in luce che le Acli hanno camminato dal ’48 in poi a fianco della Repubblica, in un Paese che comunque è progredito, che nasceva dalle macerie di una guerra, di una dittatura, ha creduto nella democrazia, ha creduto nello stato sociale come elemento fondante per la democrazia. “Noi siamo stati parte di questo stato sociale, prima quando accompagnavamo il sindacato unitario nella formazione delle masse popolari, e oggi come elemento del terzo settore – dice il presidente – Questo si esprime nella promozione della cooperazione sociale, della formazione professionale, nell’assistenza ai lavoratori e quindi in tutta un’altra una serie di attività che vanno dal volontariato, al servizio anche all’estero con le nostre ONG, all’accompagnamento degli immigrati e alla loro accoglienza”.
Riaffermare il valore della diplomazia della pace
Le Acli non hanno pensato a questo congresso come una celebrazione, ma come un’occasione di confronto in vista del futuro, anche e soprattutto sul tema della pace. Manfredonia dice che questo “è un percorso che è stato fatto in Italia, e anche all’estero. E’ un percorso dove abbiamo parlato del coraggio della pace. Siamo riusciti nel nostro intento perché in circa duemila assemblee abbiamo parlato di riconciliazione, e lo abbiamo fatto con i nostri padri, i nostri vescovi, coi nostri amministratori, i nostri sindaci, con tante altre associazioni. Serve la forza della diplomazia per evitare l’escalation delle armi”. Per questo le Acli vogliono che il 2025, anno del Giubileo, sia l’anno della pace.
Il dramma dei salari poveri
Un tema fondamentale per le Acli è la tutela delle famiglie. Esse in Italia hanno perso 240 euro al mese a causa dell’inflazione. Se entriamo nel dettaglio della tipologia familiare, la perdita mediana oscilla tra i 317 euro mensili delle famiglie bireddito senza carichi e i 150 euro mensili persi dalle famiglie monoreddito con carichi. Se esprimiamo la perdita di potere d’acquisto in carrelli di spesa per beni primari alimentari (ipotizzando che un carrello di spesa costi all’incirca 90 euro), le famiglie bireddito senza carichi hanno perso circa 8 carrelli annuali (pari a 700 euro); i separati/divorziati senza carichi 6 carrelli, come 6 sono i carrelli persi da single/unioni di fatto; fino a toccare i quattro carrelli di spesa persi delle famiglie monoreddito e dei vedovi.