L’opposizione promuove una manifestazione per sabato 17 agosto. Caracas starebbe annullando i passaporti ad alcuni esponenti dell’opposizione
Luca Collodi – Città del Vaticano
La leader dell’opposizione venezuelana, Mara Corina Machado, ha indetto una manifestazione per sabato 17 agosto per riconoscere la “vittoria” dell’opposizione nelle elezioni presidenziali del 28 luglio, in cui è stato dichiarato vincitore il capo di Stato uscente Nicolas Maduro. I disordini seguiti alle elezioni venezuelane, hanno causato la morte di 24 persone e l’arresto di circa 2.200 persone.
L’opposizione
“Sabato prossimo, ha scritto Machado sui social, scenderemo nelle strade del Venezuela e del mondo affinche’ il mondo sostenga la nostra vittoria e riconosca la verita’ e la sovranita’ popolare”. Da settimane, l’opposizione sta cercando di dimostrare la vittoria dell’ex diplomatico Edmundo González Urrutia alle elezioni del 28 luglio con il 70% delle preferenze. Dura la risposta di Maduro che ha incarcerato migliaia di dissidenti. Caracas starebbe inoltre annullando i passaporti di alcuni esponenti dell’opposizione.
La grazia
Gli Stati Uniti, intanto, stanno tenendo una serie di colloqui segreti per convincere il presidente venezuelano Maduro a lasciare il potere in cambio della grazia. Lo riferiscono fonti americane al Wall Street journal, secondo le quali l’amministrazione Biden ha messo “tutto sul tavolo” per convincere il leader venezuelano ad andarsene prima della fine del suo mandato. Maduro deve affrontare una serie di incriminazioni da parte del dipartimento di Giustizia. Oltre alla grazia per Maduro, gli Stati Uniti offrono la grazia anche ai suoi luogotenenti di più alto rango. Il presidente Maduro si è detto disponibile al dialogo a patto che Washington “gli mostri rispetto”.
Gli alleati
Stando a quanto riferito dal Wsj, l’offerta americana al presidente venezuelano sarebbe avvenuta per la prima volta a Doha, in Qatar, e poi i colloqui sarebbero proseguiti in modo virtuale tra il presidente del Congresso e alleato di Maduro, Jorge Rodríguez, e Daniel Erikson, direttore delle politiche per il Venezuela presso il Consiglio di Sicurezza Nazionale americano. Anche i tre Paesi più popolosi dell’America Latina, Brasile, Messico e Colombia, sono stati coinvolti nel tentativo di risolvere lo stallo. Washington vuole che questi Paesi, governati da leader solidali con Maduro, assumano una posizione più dura e aumentino la pressione sul leader venezuelano.