I cardinali Grech e Hollerich, insieme a padre Costa e monsignor Battocchio, moderati dal prefetto del Dicastero per la Comunicazione Ruffini, hanno illustrato oggi in Sala Stampa vaticana dettagli e eventi dell’assise del prossimo ottobre. In programma una celebrazione penitenziale presieduta dal Papa con le testimonianze di tre vittime di abusi, della guerra e dell’indifferenza davanti alle migrazioni. Tra le novità: quattro forum aperti al pubblico. Presenti nuovamente due vescovi dalla Cina
Tiziana Campisi e Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Il Sinodo è un tempo di preghiera, “non è una convention”, ma “un’assemblea ecclesiale che prega”, è tempo di ascolto della Parola di Dio e dello Spirito e anche una occasione per implorare da Dio il perdono per i peccati della Chiesa. Il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, ha presentato così nella conferenza stampa di oggi, 16 settembre, la seconda sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi che si svolgerà a Roma dal 2 al 27 ottobre, rammentando che Papa Francesco, all’apertura del Cammino sinodale, il 9 ottobre 2021, ha evidenziato che “il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo”. Nella Sala Stampa della Santa Sede, ad introdurre gli interventi che hanno illustrato l’assise sinodale il prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, presidente della Commissione per l’Informazione del Sinodo.
Ritiro spirituale e veglia penitenziale
Il cardinale Grech ha spiegato che questa seconda e ultima sessione del Sinodo sulla sinodalità, come la prima, “sarà preceduta da due giorni di ritiro spirituale”, il 30 settembre e il primo ottobre, in Vaticano, guidati dalle meditazioni del domenicano padre Timothy Radcliffe e di madre Ignazia Angelini, benedettina, che poi animeranno la preghiera durante le giornate del Sinodo, insieme al camaldolese padre Matteo Ferrari, responsabile delle liturgie, e ai monaci di Camaldoli. Novità di quest’anno sarà, a conclusione del ritiro, una Veglia penitenziale la sera di martedì 1° ottobre, nella Basilica di San Pietro, presieduta da Papa Francesco. Organizzata dalla Segreteria Generale del Sinodo e dalla Diocesi di Roma in collaborazione con l’Unione dei Superiori Maggiori (USG) e l’Unione Internazionale delle Superiori Maggiore (UISG), potrà essere seguita sui media vaticani ed è aperta a tutti, in particolare ai giovani, “perché è a loro che è affidato il messaggio che la Chiesa è in questa dinamica di conversione”, ha rimarcato il porporato, e perché “i giovani soffrono per i nostri peccati e per i peccati nella Chiesa”, ha aggiunto il relatore generale dell’assise, il cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Luxembourg. La celebrazione prevede un tempo di ascolto di tre testimonianze di persone che hanno subito il peccato degli abusi; il peccato della guerra; il peccato dell’indifferenza di fronte al dramma presente nel fenomeno crescente di tutte le migrazioni. Poi si procederà alla confessione di alcuni peccati per “riconoscersi parte di chi per omissione o azione diventa causa di sofferenza, responsabile del male patito da innocenti e indifesi”, ha precisato Grech. In particolare, si confesserà il peccato contro la pace; il peccato contro il creato, contro le popolazioni indigene, contro i migranti; il peccato degli abusi; il peccato contro le donne, la famiglia, i giovani; il peccato della dottrina usata come pietre da scagliare contro; il peccato contro la povertà; il peccato contro la sinodalità / mancanza dell’ascolto, comunione e partecipazione di tutti. Al termine il Papa rivolgerà, a nome di tutti i fedeli, la richiesta di perdono a Dio e alle sorelle e i fratelli di tutta l’umanità.
Preghiera ecumenica
Verrà poi riproposta una preghiera ecumenica, insieme a Francesco, ai delegati fraterni partecipanti e ad altri rappresentanti di Chiese e Comunità Ecclesiali presenti a Roma, e si svolgerà la sera dell’11 ottobre, ancora in Vaticano, in piazza dei Protomartiri, dove, secondo la tradizione, è avvenuto il martirio di Pietro. La data vuole ricordare l’apertura, nello stesso giorno di 62 anni fa, del Concilio Vaticano II. Infine, il 21 ottobre si svolgerà un’altra giornata di ritiro spirituale in vista del discernimento sulla bozza del Documento finale. Dunque, ci sarà “un alternarsi di momenti di preghiera personale, di dialogo e comunione fra noi, comunione fraterna nell’ascolto e nell’amore reciproco e comunione nella preghiera” ha evidenziato il cardinale Grech, che ha anche invitato le comunità religiose, in modo speciale quelle di vita contemplative, e tutti fedeli a pregare “perché i membri dell’Assemblea possano essere docili alla voce dello Spirito Santo”.
Quatto forum aperti a tutti
Altra novità saranno quattro forum teologico-pastorali aperti a tutti e anche ai giornalisti accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede. Si svolgeranno due, in contemporanea, il 9 ottobre, alle 18, sul “Il popolo di Dio, soggetto della missione”, nell’Aula della Curia dei Gesuiti, e “Il ruolo e l’autorità del Vescovo in una Chiesa sinodale” all’Augustinianum, e gli altri due, sempre in contemporanea, alle 18, il 16 ottobre, su “Le mutue relazioni tra Chiesa locale e Chiesa universale”, nell’Aula della Curia dei Gesuiti, e su “L’esercizio del primato e il Sinodo dei Vescovi” all’Augustinianum. Ciascun forum affronterà un tema rilevante dal punto di vista ecclesiologico, collegato ai contenuti dell’Instrumentum laboris, ha specificato monsignor Riccardo Battocchio, segretario speciale della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, e prevede la partecipazione di teologi, canonisti, vescovi, persone coinvolte anche in assemblee di vescovi, con i quali sarà possibile dialogare. I forum saranno anche disponibili on line on demand. “L’assemblea si apre all’esterno nella consapevolezza che i temi interessano anche a coloro che vogliono avere informazioni, non solo sulle dinamiche e su cosa avviene nella Sessione, ma su ciò di cui la Sessione si occupa”, ha sottolineato Battocchio.
I numeri del Sinodo
A comunicare i numeri della seconda sessione del Sinodo è stato il cardinale Hollerich, che riguardo all’elenco dei partecipanti ha precisato che “non presenta grandi cambiamenti” rispetto a quello della prima sessione. In totale i membri, ossia coloro che hanno diritto di voto, “sono 368 di cui 272 investiti dal munus episcopale e 96 non vescovi”. Ci sono stati 26 cambiamenti, prevalentemente sostituzioni, gli Invitati speciali sono 8 e i delegati fraterni, altra novità, sono passati da 12 a 16: “Papa Francesco ha consentito di aumentare il loro numero visto il grande interesse che le Chiese sorelle hanno testimoniato nei confronti di questo cammino sinodale”. Il cardinale Grech ha poi confermato la presenza di due vescovi dalla Cina, come già l’anno scorso: “La Segreteria di Stato ci ha comunicato i nomi, non abbiamo altre informazioni”; invece sulla sostituzione dei nomi di alcuni partecipanti ha fatto presente che il cambiamento è avvenuto su richiesta stessa degli interessati: “Alcuni per motivi di salute, altri hanno deciso di non tornare, in nessun caso il Papa ha escluso qualcuno”.
Passi da compiere
Padre Giacomo Costa, segretario speciale della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, è invece entrato nel vivo dei lavori, chiarendo che la seconda sessione dovrà “indicare i passi da compiere” relativamente alle tematiche proposte dall’Instrumentum laboris, tenendo conto della “concretezza” e “varietà dei contesti locali” e della “ricchezza delle esperienze sinodali già in atto”. L’Assemblea sinodale lavorerà sulla base di “cinque Moduli, ciascuno dei quali prevede un’alternanza di sessioni in Assemblea plenaria (dette Congregazioni Generali) e nei Gruppi di lavoro (Circuli minores)”. I primi quattro Moduli avranno ciascuno “un focus tematico specifico, costituito da una Sezione dell’Instrumentum laboris”. Trentasei i gruppi di lavoro divisi in cinque Tavoli linguistici; il loro lavoro, come nella sessione del 2023, “sarà strutturato ispirandosi al metodo della conversazione nello Spirito”, con un esperto facilitatore che aiuterà “la conversazione dal punto di vista metodologico senza entrare nei contenuti”. Ogni Tavolo linguistico elaborerà una breve sintesi da presentare nella successiva Congregazione Generale.
La comunicazione
In videocollegamento, Sheila Pires, segretaria della Commissione per l’Informazione, ha indicato ai giornalisti la logistica e ha elencato alcuni eventi in calendario. “Per quanto riguarda la comunicazione, la seconda sessione avrà un ritmo diverso rispetto alla prima: meno plenarie, più pause di riflessione, preghiera e discernimento” ha fatto presente. Ruffini, da parte sua, ha ricordato che, secondo l’articolo 24 del Regolamento del Sinodo “ognuno dei partecipanti è tenuto alla riservatezza”, questo per “tutelare il libero discernimento di ognuno e di tutti”, e per “prendersi una pausa rispetto al frastuono in cui tutti siamo immersi e sottrarsi allo stereotipo del botta e risposta”. Si tratta di un metodo che, ha detto Ruffini richiamando le parole del Papa dello scorso anno, “può aiutare il mondo, non solo la Chiesa, su tanti fronti e su tante questioni”, come anche sulle guerre. Il metodo è quello di fermarsi, ascoltarsi e capirsi.
I peccati che suscitano dolore
Numerose le domande dei cronisti sulla veglia penitenziale in cui “saranno chiamati per nome” i peccati “che suscitano dolore e vergogna”: dagli abusi alle critiche sulla sinodalità. “Come stanno insieme due cose del genere?”, ha chiesto un giornalista. “Quando io vado a confessarmi – ha risposto Hollerich – ho un sacco di peccati diversi: alcuni più gravi, altri meno. Ma è la mia realtà che è in gioco…. È così anche per il nostro atto penitenziale: ci sono cose diverse, ma è la stessa Chiesa che ha vissuto questi deficit e fa soffrire la gente”.
L’interazione con i Gruppi di studio
Diversi gli interrogativi posti anche sulla interazione tra i dieci Gruppi di studio, istituiti dal Papa nel marzo scorso per approfondire dieci tematiche, e l’Assemblea sinodale. I temi analizzati dai dieci Gruppi saranno quindi esclusi dalle discussioni in aula? “Non sono accantonati”, la risposta di Grech. I Gruppi comunicheranno “cosa stanno facendo, qual è il loro piano d’azione, come intendono andare avanti per approfondire questi temi. Poi i risultati andranno consegnati al Papa”. Ma quindi, ad esempio, ha incalzato un altro cronista, l’accesso delle donne al ministero ordinato o le questioni morali, temi non inclusi nell’Instrumentum Laboris, entreranno o no in questo Sinodo? “L’assemblea è già stata ascoltata, sono state fatte le richieste e il Papa ha detto: queste dieci tematiche le prendo e le affido a gente che può aiutarmi a proporre qualcosa alla Chiesa”, ha replicato il porporato. Obiettivo del Sinodo, ha ribadito, “è come essere Chiesa sinodale in missione. Lo scopo non è accantonare ma aiutare la Chiesa a fare un passo in avanti”.
I frutti del percorso sinodale
Infine alla domanda su “come si vuole ricordare questo Sinodo”, il cardinale Hollerich ha detto di voler essere ricordato come “servo del Sinodo” e di voler mettere da parte opinioni e convincimenti per rispondere solo alla missione chiesta dal Papa. Per Grech, invece, non c’è bisogno di aspettare tanti altri anni: già da adesso si possono apprezzare dei frutti. “Proprio questa mattina abbiamo avuto la visita ad limina dei vescovi della Corea e ascoltare i vescovi parlare di come le comunità si stanno impegnando a convertirsi in comunità sinodali è un motivo per ringraziare il Signore e mi dà la forza di andare avanti”. Anche il recente viaggio del Papa nel Sud-Est asiatico e in Oceania, ha fatto eco il prefetto Ruffini, ha dimostrato “come la Chiesa sinodale è viva in posti così lontani”.