Francesco celebra la liturgia del 2 novembre per la commemorazione dei defunti nel Cimitero Laurentino. Prima della celebrazione la sosta al “Giardino degli Angeli”, area dedicata alla sepoltura di bimbi che non hanno visto la luce, dove prega dinanzi alle lapidi circondate da giochi e statuine e saluta un papà che ha perso la figlia. Nella Messa nessuna omelia, ma un momento di meditazione. Il saluto alle “Scintille di speranza”, gruppo di mamme accomunate dal dolore per la perdita di un figlio
Salvatore Cernuzio – Roma
Una mamma ricalca con il pennarello la scritta sulla lapide della figlia, morta a neppure un anno. Un’altra cambia l’acqua ai fiori posizionati tra peluche e sassolini disegnati. Un papà, Stefano, pulisce invece la stele con il nome di Sara la sua bambina, la cui gravidanza si è interrotta a undici settimane nel luglio 2021. Scene innaturali – perché tali sono quelle di un genitore che piange la morte del figlio, specie se così piccolo – accolgono l’arrivo del Papa al Cimitero Laurentino, in zona Castel di Decima, dove Francesco, per la seconda volta dopo il 2018, ha scelto quest’anno di celebrare la Messa del 2 novembre per la commemorazione dei defunti.
Sosta nel Giardino degli Angeli
Prima tappa, come già sei anni fa, è stata il “Giardino degli Angeli”, l’area di circa 600 mq dedicata alla sepoltura di quei bimbi mai venuti alla luce, per una interruzione di gravidanza o altri problemi durante la gestazione. Thomas, Mattia, Maria, Giuseppe, Andrea, Ariana: i loro nomi sono scolpiti nella pietra o su una colonnina di legno, incisi o scritti a mano in oro. Molti prima del loro nome hanno la parola “feto”; quasi tutta la prima fila è occupata da bambini del 2024. Intorno ci sono peluche di personaggi della Disney o di altri cartoni animati, palloncini, girandole, plaid e altri oggetti tutti consumati dal fango e dalla pioggia. Restituiscono il sorriso in un luogo di sole lacrime. Il Papa arriva intorno alle 9.45 in auto, percorrendo il lungo corridoio dove, da un lato, ci sono le mura di lapidi del cimitero comunale, il terzo più grande di Roma, dall’altro, il piazzale con un centinaio di persone radunate dalle prime ore del mattino sotto il piccolo palco bianco allestito per la Messa.
Davanti alle lapidi dei bambini
Al suo arrivo al “Giardino degli Angeli”, il Pontefice – in sedia a rotelle – percorre tutta la lingua di terra guardando una ad una le tombe. Si ferma al centro e rimane alcuni minuti da solo in preghiera e in silenzio. D’altronde quali parole esprimere? Lo ha detto lui stesso nel recente videomessaggio per le intenzioni di preghiera del mese di novembre, dedicato alle mamme e papà che attraversano la lancinante sofferenza della perdita di un figlio e una figlia. “Le parole di conforto, a volte, sono banali o sentimentali e non servono. Anche se vengono dette naturalmente con le migliori intenzioni, possono finire per amplificare la ferita”, diceva il Papa nel filmato.
L’incontro con Stefano
Il momento di raccoglimento viene interrotto dal breve scambio con Stefano che ha atteso tutto il tempo il Papa al lato del giardino. Si inginocchia al suo arrivo e gli stringe la mano, gli racconta brevemente la sua storia e gli indica la tomba della figlia. Francesco annuisce con la testa e gli stringe il braccio, poi prende la lettera che l’uomo gli porge. Subito dopo il Papa si sposta nell’aera antistante, anche quella dedicata alla sepoltura di bambini scomparsi troppo presto. Alcuni parenti sono dietro le transenne, salutano con discrezione, tengono in mano vasetti e mazzi di fiori. Un grande mazzo di rose bianche il Papa lo depone sotto la lapide che reca la scritta “Giardino degli Angeli”, circondata da altri peluche, statuette in gesso di angeli, appunto, un volto di Cristo, un cuscino di Cenerentola.
Il saluto al sindaco Gualtieri
In auto Francesco si dirige verso il palco, illuminato da un inedito sole romano che fa sembrare questo 2 novembre una giornata quasi primaverile. L’ombra è data solo dal grande muro in mattoni bianchi con la scritta Vita mutatur non tollitur. La gente accoglie Jorge Mario Bergoglio con urla di “W il Papa”, spontanee perché dettate dall’affetto ma sommesse, consapevoli del luogo e dell’occasione. Papa Francesco brevemente saluta i fedeli, soffermandosi in particolare con i malati in sedia a rotelle, sistemati in prima fila. Al suo arrivo lo accoglie il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che gli stringe la mano e sussurra alcune parole.
Un momento di meditazione durante la Messa
Il via vai di familiari che vanno a trovare e salutare i loro cari defunti prosegue ancora per un po’. Tutto si ferma con l’inizio della celebrazione. Al momento dell’omelia il Papa rimane in silenzio, a capo chino, in meditazione e preghiera. Recita le preghiere della liturgia di oggi: “Signore, solo un soffio è la nostra esistenza terrena, insegnaci a contare i nostri giorni, donaci la sapienza del cuore che riconosce nel momento della morte non la fine ma il passaggio della vita”. Poi benedice tutti i presenti ed eleva la preghiera di “suffragio e benedizione per coloro che hanno lasciato questo mondo” e chiede a Dio “il conforto per chi vive la sofferenza del distacco”. La recita dell’Eterno Riposo e un applauso della folla concludono la celebrazione. Il Papa prima di salire in auto per il rientro in Vaticano, si ferma ancora rapidamente con i fedeli presenti. Un altro saluto al sindaco Gualtieri e la benedizione alla pancia di una ragazza incinta concludono il momento.
Il saluto alle “Scintille di Speranza”
Sul piazzale intanto si stringono tra di loro, commosse, le “Scintille di Speranza”, gruppo di mamme accomunate tutte dalla perdita di un figlio o una figlia molto giovani per motivi diversi. Si sono riunite dopo il Giubileo della Misericordia grazie al rettore del Gesù risorto, la parrocchia del cimitero, don Giuseppe Iuculano, il quale – raccontano – “ci ha dato una speranza di resurrezione e accoglienza, l’unica cosa che serve, insieme alla condivisione del dolore quotidiano. Viviamo il nostro dolore insieme”. Ci sono gli orfani, le vedove, ma per i genitori come noi, sottolineano le donne, “non c’è una parola che ci identifica”. Si presentano accostando al loro nome quello del proprio figlio: Francesca, l’organizzatrice, mamma di Giorgia scomparsa a 15 anni, Caterina mamma di Marina, Maria Teresa di Daniele, Shanti di Marco, e poi Roberta che ha perso il suo Claudio, un’altra Roberta mamma di Chiara, Nazarena mamma di Chiara e Angela di Cinzia. Tutte hanno regalato al Papa una sciarpa bianca: “È il nostro caldo abbraccio per lui, un abbraccio simbolico anche da parte dei nostri ragazzi”, spiegano, ringraziando il Pontefice per il suo silenzio “serio e rispettoso” durante la Messa e per la sua presenza al Cimitero Laurentino: “Una testimonianza di affetto. Un tramite più grande per stare vicino ai nostri figli”.