«La fede ci libera dall’orrore di dover ammettere che tutto finisce qui, che non c’è alcun riscatto per la sofferenza e l’ingiustizia che regnano sovrane sulla terra». Papa Francesco continua la catechesi sullo Spirito Santo spiegando la formula che recitiamo nel Credo: “Credo lo Spirito Santo che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre [e dal Figlio]. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti” e ricorda che grazie a questa fede riusciamo a dare un senso alla vita. Spiega anche la questione del ”Filioque” cioè di quel procede non solo dal Padre, ma anche dal Figlio che fu la causa «o il pretesto» per la divisione tra la Chiesa di Oriente e di Occidente. Non si addentra nelle discussioni teologice, ma constata che oggi quella disputa non è così aspra e che, grazie al cammino del dialogo, si sta arrivando, tra le Chiese cristiane al riconoscimento di «differenze riconciliate».
Francesco ricorda che «dire che lo Spirito Santo “è Signore” era come dire che Egli condivide la “Signoria” di Dio, che appartiene al mondo del Creatore, non a quello delle creature. L’affermazione più forte è che a Lui si deve la stessa gloria e adorazione che al Padre e al Figlio. È l’argomento dell’uguaglianza nell’onore, caro a San Basilio Magno, che fu l’artefice principale di quella formula. “Lo Spirito Santo è Signore, è Dio”. La definizione conciliare non era un punto di arrivo, ma di partenza»
E oggi, questo articolo di fede che proclamiamo nel Credo continua a dirci «che lo Spirito Santo è “vivificante”, cioè che dà la vita. Ci domandiamo: che vita dà lo Spirito Santo? All’inizio, nella creazione, il soffio di Dio dà ad Adamo la vita naturale; da statua di fango, lo rende “un essere vivente”. Ora, nella nuova creazione, lo Spirito Santo è Colui che dà ai credenti la vita nuova, la vita di Cristo, vita soprannaturale, da figli di Dio. Paolo può esclamare: “La legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte”». Per noi una grande notizia perché la vita che ci dà lo Spirito «è vita eterna!». Lo Spirito, conclude il Papa «abita in noi, è dentro di noi. Coltiviamo questa fede anche per chi, spesso non per colpa propria, ne è privo e non riesce a dare un senso alla vita. E non dimentichiamo di ringraziare Colui che, con la sua morte, ci ha ottenuto questo dono inestimabile!».
Al termine dell’udeinza Francesco continua a pregare per i popoli che ancora subiscono gli orrori della guerra, Ucraina, Palestina, Israele, Libano, Myanmar in particolare. «Fratelli e sorelle», sottolinea, «non dimentichiamo che la guerra sempre, sempre è una sconfitta. E preghiamo per la pace, lottiamo per la pace».