Il bilancio dei primi attacchi contro la capitale libanese in quasi una settimana è di due morti e quattro feriti. Secondo il New York Times, l’ayatollah Ali Khamenei avrebbe dato ordine al Consiglio per la sicurezza nazionale di prepararsi ad attaccare lo Stato ebraico
Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano
Israele ha colpito i sobborghi a sud di Beirut con una serie di almeno 10 attacchi nella notte tra giovedì e venerdì, dopo avere emesso un ordine di evacuazione per i residenti. “I raid hanno provocato distruzioni massicce nelle aree prese di mira, poiché decine di edifici sono stati rasi al suolo, oltre a provocare incendi” riporta l’agenzia nazionale libanese Nna. Gli attacchi perpetrati dai jet da combattimento dello Stato ebraico hanno causato due morti e quattro feriti nel quartiere di Ain el-Remmaneh e rappresentano i primi contro la capitale libanese in quasi una settimana.
Le trattative per il cessate il fuoco
L’episodio fa seguito alle dichiarazioni del segretario di Stato americano, Antony Blinken, per il quale i due Paesi si stanno mobilitando al fine di sviluppare un’intesa sull’applicazione della risoluzione delle Nazioni Unite numero 1701 che prevede, tra le altre cose, la cessazione delle ostilità tra Israele ed Hezbollah. Tuttavia, scrive l’agenzia Reuters, gli analisti e gli analisti libanesi rimangono scettici, anche in seguito alla notizia per la quale l’inviato statunitense, Amos Hochstein, non si sarebbe recato in Libano dopo avere incontrato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu con l’obiettivo di discutere i termini per un cessate il fuoco.
L’Iran minaccia la rappresaglia
Crescono le tensioni anche sul fronte iraniano, dopo che nella giornata di giovedì tre funzionari locali avrebbero rivelato al New York Times l’ordine dell’ayatollah Ali Khamenei al Consiglio per la sicurezza nazionale di prepararsi ad un attacco nei confronti di Israele. I raid dello Stato ebraico, scrive ancora il quotidiano statunitense citando fonti militari, “hanno creato un dilemma per Teheran”, avendo ridotto la sua capacità di attaccare e difendersi da una contro-risposta israeliana. Secondo un funzionario dello Stato ebraico sentito dalla Cnn, tuttavia, Israele avrebbe un “alto livello di prontezza” in vista di un possibile attacco. La fonte ha aggiunto come siano in corso valutazioni sul “processo decisionale in Iran” per determinare se e quando avverrà la rappresaglia per i raid contro la Repubblica islamica della settimana scorsa.