È il ritorno al pubblico della futura Regina e mai remissione dal cancro è stata più benvenuta nel Regno Unito. Già prima di Natale la moglie del principe William aveva incontrato I sudditi durante una funzione religiosa, nell’abbazia di Westminster, organizzata da lei, come ogni anno, e dedicata a chi, in tutto il Paese, si impegna al servizio degli altri con “empatia, gentilezza e affetto”. Questa volta, però, l’uscita ufficiale l’ha vista sola, non accompagnata dal marito nè da nessun altro membro della famiglia reale, ritornare nel luogo dove è cominciata la sua uscita dal tunnel della lotta contro il cancro che le era stato diagnosticato un anno fa.
E per la prima volta, dopo mesi di riservatezza, il pubblico ha scoperto dove la principessa ha fatto, dalla fine dello scorso febbraio, la sua chemioterapia. Nel famoso ospedale londinese di “Royal Marsden”, specializzato proprio in cure dei tumori, nel quale Kate, per mesi, è entrata di nascosto, in segreto, usando ingressi laterali riservati, e non facendosi vedere da nessuno.
«È davvero una novità, per me, entrare dalla porta principale!», ha scherzato la principessa, elegantissima, come sempre, dentro un lungo cappotto di tessuto scozzese marrone scuro e un vestito bordeaux a collo alto.
Dimostrando, ancora una volta, un’apertura, una compassione e un’empatia insolite tra gli Windsor, che ricordano la suocera Diana, durante la sua visita Kate ha abbracciato i pazienti e i loro parenti, facendosi raccontare le loro storie, e condividendo con loro particolari privati del suo stesso percorso.

«Dev’essere molto rassicurante stare in un reparto insieme ad altri», ha raccontato la principessa alla stampa inglese, «Io ho dovuto proteggere la mia privacy, con una stanza privata, ma tutti mi incoraggiavano a non rinchiudermi in me stessa e a mantenere un atteggiamento positivo». Parlando, poi, con Katherine Field, 45 anni, che sta facendo un corso di chemioterapia preventiva, simile a quello affrontato da lei stessa, la principessa ha indicato il suo braccio e il petto dove si trovava quel catetere venoso, formato da una cannula, attraverso il quale le venivano somministrati i farmaci della chemioterapia.
«Mi ero così attaccata a quel dispositivo che mi dava sicurezza che non volevo che venisse rimosso», ha spiegato Kate.
La principessa ha anche abbracciato Tina Adumou mentre la donna le raccontava, piangendo, come la figlia diciannovenne sia in terapia intensiva e stia lottando per la vita. “Si trova in un ottimo ospedale”, l’ha rassicurata Kate, «Vorrei poter fare di più per lei ma ti assicuro che c’è la luce alla fine del tunnel».
La principessa ha anche abbracciato, con calore, Rebecca Mendlesohn, 57 anni, malata di cancro al seno e al fegato, e ha parlato di come sia molto importante «continuare con le attività che ti danno felicità, anche durante le cure». «Personalmente ho sentito un grande bisogno di sole e di acqua, proprio come una pianta», ha spiegato Kate che ha anche parlato di come sia difficile affrontare la diagnosi, facendo le scelte giuste, e ritornare alla normalità. «È l’incertezza che è così difficile da affrontare quando, per la prima volta, ti spiegano che hai un tumore», ha detto la moglie del principe William, «E anche capire bene tutte le informazioni che ti danno. Avere persone che ti sostengono ogni giorno, in ospedale e a casa, è molto importante. Poi, quando le cure sono finite, non è facile riprendere la vita di tutti i giorni. Tenti di parlare ma le parole non arrivano. Impari, però, ad apprezzare tante piccole cose che, prima della malattia, davi per scontate».
Si è sempre detto, della scomparsa Regina Elisabetta II, che, parlando soltanto per qualche minuto con una persona, era capace di farla sentire al centro del mondo e la stessa capacità sembra aver dimostrato Kate al Royal Marsden Hospital.
«Mi ha fatto sentire come se fossi l’unica persona nella stanza», ha dichiarato Peter Burton, 60 anni, un preside in pensione del sud di Londra, che soffre di mieloma multiplo, un tumore del midollo osseo, «È stato un momento davvero speciale. Ho sentito che capiva bene che cosa sto attraversando e provava vera simpatia per me».