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Gaza, scontro sugli accordi per la tregua fra Israele e Hamas


Scambio di accuse sul rispetto dell’intesa. Il primo ministro israeliano, Netanyahu, minaccia di nuovo guerra se non saranno liberati altri ostaggi. Il re di Giordania, intanto, dice “no” allo sfollamento forzato dei palestinesi, mentre l’Egitto annuncia un progetto di ricostruzione della Striscia di Gaza, senza il ricollocamento dei civili

Paola Simonetti – Città del Vaticano
 
“Hamas liberi gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno o sarà guerra”. Questo l’ultimatum lanciato dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che fa così seguito alla minaccia lancata dal presidente Usa, Donald Trump che due giorni fa aveva promesso “l’inferno” se Hamas avesse interrotto la liberazione degli ostaggi israeliani. “Hamas è impegnata nell’accordo di cessate il fuoco”, hanno ribadito i leader del movimento palestinese, riversando su Israele ogni addebito per  eventuali complicazioni o ritardi nell’applicazione degli accordi.

I nuovi piani di battaglia israeliani 

La tregua si fa dunque sempre più fragile. Il Comando meridionale dell’esercito israeliano, infatti, stando a quanto riportato dalla testata Time of Israel, sta approvando i piani di battaglia per la Striscia nel caso in cui l’accordo di cessate il fuoco con Hamas fallisca. Il primo ministro israeliano, ha già ordinato ai vertici militari di “radunare le forze dentro e intorno alla Striscia”. Da ieri sera, martedì 11 febbraio, diverse brigate e unità delle forze speciali sarebbero state dispiegate per rafforzare i presidi militari esistenti. Altre divisioni sarebbero in fase di preparazione per un possibile dispiegamento a Gaza, a seconda degli sviluppi.

Le reazioni al piano di Trump per Gaza

Intanto, continua a far discutere il progetto statunitense di ricollocamento della popolazione palestinese in altri paesi a fronte di una ricostruzione dell’area da trasformare in quella che Trump ha definito la “riviera del Medioriente”: il re Abd Allah II di Giordania, ricevuto nelle scorse ore alla Casa Bianca, ha ribadito il suo no allo sfollamento di Gaza: “Questa è la posizione araba unificata – ha sottolineato il sovrano giordano- Ricostruire senza sfollare i palestinesi e affrontare la terribile situazione umanitaria dovrebbe essere la priorità per tutti”. L’Egitto, da parte sua, ha reso noto in un comunicato del ministero degli esteri, di voler presentare una “visione” per la ricostruzione della Striscia che non preveda lo spostamento forzato dei palestinesi e che garantisca il mantenimento delle loro terre. 



Dal sito Vatican News

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