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Ucciso don Marcelo Pérez, voce profetica del Messico



Il sacerdote gesuita quarantenne assassinato nel Chiapas da uomini a bordo di una moto dopo la celebrazione della Messa domenicale. Era impegnato per la pace e nella difesa dei diritti umani

L’Osservatore Romano

Mattinata di ieri, domenica 20 ottobre. Il sacerdote Marcelo Pérez esce poco dopo la Messa dalla sua parrocchia di Cuxtitali, quartiere di San Cristóbal de Las Casas, città dello Stato messicano del Chiapas. In programma ha un’altra celebrazione eucaristica ma nella chiesa di Guadalupe non arriverà mai. Lo troveranno crivellato di colpi d’arma da fuoco riverso sul volante del suo furgone bianco, ucciso da alcuni uomini a bordo di una veloce motocicletta.

Il gesuita, poco più che quarantenne, era quello che da queste parti viene considerato una voce guida e profetica di pace e riconciliazione e un tenace difensore di diritti umani.  Nato nel gruppo indigeno dei Tzotzil del quale si era sempre occupato tutelandolo da soprusi ed angherie, in una recente intervista aveva denunciato con forza che “lo Stato del Chiapas è sempre più in pericolo perché dominato dalla criminalità organizzata” e aveva perfino fatto sapere che sulla sua testa era stata posta una taglia di centinaia di migliaia di pesos. Immediata è stata l’indignazione popolare e la condanna dell’omicidio da parte delle autorità.

Anche l’Onu, definendo inaccettabile l’accaduto ha chiesto indagini immediate ed esaustive. Dolore è stato espresso dalla Conferenza episcopale messicana: «Quest’atto di violenza — hanno scritto i vescovi — non solo priva la comunità di un pastore delicato ma mette a tacere una voce che ha lottato instancabilmente per la pace e la giustizia nella regione». Altri due gesuiti, solo due anni fa, avevano perso la vita assassinati sul sagrato della loro chiesa nello Stato di Chihuahua da uomini armati mentre rimane ancora un mistero l’omicidio di padre Isaías Ramírez González il cui corpo è stato ritrovato il 15 agosto scorso sotto un ponte di Guadalajara, capitale dello Stato di Jalisco. La gestione delle rotte della droga e del contrabbando che passano proprio tra Chiapas e Jalisco sono causa di una feroce guerra   tra i due più potenti cartelli criminali del Messico: Sinaloa e Jalisco Nueva Generación.



Dal sito Vatican News

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