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Roby Facchinetti: nei miei nipoti vedo la speranza di un futuro migliore

Di Francesca D’Angelo

 

«Devi festeggiare». Glielo andavano ripetendo un po’ tutti: il suo entourage, gli amici, i parenti. «A maggio compi 80 anni, bisogna celebrarli con un progetto altrettanto eccezionale». Così Roby Facchinetti ha pensato di regalare (e regalarsi) un’autobiografia: si è messo seduto, ha riavvolto il nastro e ha iniziato a scrivere Che spettacolo è la vita. La mia storia (Sperling & Kupfer editore). Ha preso sottobraccio se stesso da piccolo, il Roby che serviva Messa nella chiesa di Astino, borgo nei confini del comune di Bergamo, e poi lo ha seguito, tra successi, concerti, viaggi intorno al mondo. Lo ha visto diventare «quello dei Pooh» (come lo definiscono in molti), e poi padre di cinque figli, e poi ancora nonno, di sei bei nipoti. E alla fine, ripercorrendo tutto il cammino, ha scoperto che c’era una nota dominante, un “la” che accordava l’armonia della sua vita: la bellezza. Non il successo, la fama, i soldi, ma un senso più profondo che permeava le proprie giornate, e che secondo il cantante trova la sua espressione più alta nella paternità: «I miei figli, sono loro il mio più grande successo: non le canzoni».

Cosa vorrebbe lasciare ai nipoti, come insegnamento o ricordo? «In realtà sono io a imparare da loro», risponde Facchinetti. «I miei nipoti hanno tra i 5 e i 12 anni e, mi creda, è una generazione programmata per migliorare il futuro. Un po’ lo dovranno fare per forza di cose, visto che si ritroveranno un mondo devastato. Al contempo, però, hanno dei valori che io, alla loro età, non avevo. Mentalmente sono molto più aperti di noi: studiano in classe miste e la diversità non è un argomento di conversazione. L’accoglienza e il rispetto dell’altro sono innati nei ragazzi. Inoltre nutrono un amore profondissimo per la natura: proprio alcuni giorni fa, mio nipote Lorenzo ammirava estasiato le formiche lavorare e si premurava che nessuno le schiacciasse. Stando con loro mi sono reso conto di quanto noi adulti dovremmo guardare e ascoltare molti di più i bambini».

 

Leggi l’intervista completa a Roby Facchinetti sul numero di Credere in distribuzione nelle edicole e nelle librerie religiose da giovedì 25 luglio e nelle parrocchie da sabato 27 luglio. Oppure acquista una copia digitale www.edicolasanpaolo.it/scheda/credere.aspx





Dal sito Famiglia Cristiana

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