L’altare maggiore della Chiesa Madonna della Neve

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L’altare maggiore della chiesa della Madonna della Neve è ubicato in fondo all’unica navata ed è indubbiamente strutturato in maniera da spiccare come vero protagonista di quest’interno.

E’ costituito da una parte slanciata in altezza con quattro colonne con capitelli di stile corinzio che sorreggono l’architrave decorata con dentelli. Sul fastigio, ai limiti estremi, poggiano sull’architrave due encarpi decorati con dei drappeggi dorati sottolineando lo slancio in verticale dell’altare. Al centro della trabeazione con volute laterali reca in un medaglione il quadro di S. Luigi. Al di sopra di questo, l’altare si conclude con la croce apicale. Al centro, tra le quattro colonne, la cona con cornice modanata reca il dipinto della Madonna della Neve. Nella parte inferiore centrale l’altare è decorato con un mosaico posticcio (1990) che rappresenta il miracolo avvenuto in questi luoghi. Sotto il mosaico la mensa risulta tagliata e per tutta la larghezza per circa un metro d’altezza la zoccolatura è rivestita con dei lastroni di marmo anch’essi posticci. 

Le cromie dell’altare prima del restauro erano: grigio a finto marmo, rosa e  doratura (porporina). L’intervento di restauro ha portato alla luce la coloritura e i falsi marmi originali dell’altare eseguite nel 1935.

Come da proposta d’intervento si è proceduto alla rimozione della polvere superficiale mediante pennelli morbidi in setola.

Le varie scialbature di vernice non originale sono state rimosse, previa consultazione con la D.L., con sverniciatore che ha dato discreti risultati di pulitura. Questa richiedeva molta attenzione in quanto le cromie originali risultavano molto delicate difficili da mantenere. Lo strato originale si è mantenuto in mediocre stato di conservazione.

Delle dorature rimanevano solo poche tracce che ci faceva capire dove andava ripristinato. Alcuni pezzi del basamento sono stati riassemblati. Le stuccature incoerenti sono state risarcite. Il ritocco pittorico secondo le indicazioni della D.L. e le esigenze estetiche dell’opera sono state eseguite con colori ad acquerello.

Le dorature sono state ripristinate con foglia oro 22 carati.

Il restauro ha restituito la scritta sulla trabeazione “QUESTO ALTARE FU DECORATO PER DEV. DI  A. CAPPELLO”. E’ opportuno specificare che il restauro si è limitato a far riaffiorare quello che nel tempo era stato occultato.

Il dipinto dell’Incoronazione della Vergine è ubicato nella parte centrale dell’altare maggiore della chiesa.

La Madonna è rappresentata nella parte centrale superiore seduta sulle nuvole con sul grembo, avvolto in un panno bianco, il Bambino che regge nella mano sinistra un fiocco di neve. Indossa una veste rosa, copricapo bianco ed un mantello blu. Intorno a loro adagiati anch’essi sulle nuvole gruppi di angioletti e cherubini. Nella parte superiore due angeli posano la corona sulla testa della Madonna, anche qui tra le nuvole piene di luce vi sono dei cherubini.

Nella parte inferiore del quadro è rappresentata la città di Roma. Una processione con clero e popolo a seguire passa sotto un arco, reca il patrizio romano, al quale la vergine era apparsa in sogno,sul luogo da lei indicatogli e dove fece erigere la basilica di S. Maria Maggiore.

Nell’angolo destro, per chi guarda il quadro, è rappresentato uno stemma, probabilmente del committente don Carmine Romano.

Sul fusto della colonna in basso sulla sinistra reca la scritta “Raffaello Salines pinse 1837”, mentre nella parte centrale inferiore reca la scritta “A divozione di Don Carmine Romano”.   

Preso atto dello stato di degrado in cui versava l’opera, si è eseguito il seguente  intervento di restauro:

Il dipinto raffigurante la Madonna della neve si presentava in discrete condizioni, l’urgenza di una revisione dello stato di conservazione del dipinto in oggetto è stata suscitata da  offuscamento della pellicola pittorica e dall’allentamento del supporto. L’opera si presentava alterata dall’eccessivo ingiallimento delle vernici che la ricoprivano, nonché dal nero fumo, dal particellato atmosferico, dalle ossidazioni, dalla polvere e da ridipinture. Alla luce delle informazioni ricavate dalle indagini preliminari e dall’attenta analisi dello stato di conservazione del dipinto, sono iniziate le operazioni di restauro vero e proprio. La pulitura della superficie pittorica mirata al recupero della splendida cromia annullata dall’alterazione della vernice, polvere e pesanti ridipinture si è eseguita con solvente Butilammina diluita in acqua demineralizzata al 30% con l’ausilio del bisturi per le stuccature sopra livello dopo opportuni saggi di pulitura.

Dopo un’opportuna protezione dell’intera superficie pittorica con carta giapponese e colletta nelle dovute proporzioni, si è passati allo smontaggio della tela dal vecchio telaio di sostegno non più funzionale ed alla pulitura del retro del dipinto (ricoperto da una vecchia foderatura con tela grossolana a trama larga e colla sintetica che avevano creato false pieghe nel supporto originale danneggiando e appesantendo il dipinto) con l’uso di strumenti meccanici bisturi e carta abrasiva stando bene attenti a non danneggiare la tela di supporto.  Successivamente l’opera è stata foderata su di una nuova tela di lino precedentemente preparata su di un telaio interinale in metallo conseguente a foderatura a colla pasta di cereali. Ha quindi fatto seguito il montaggio della tela su di un nuovo telaio ad espansione munito di un sistema tensionante. Si è poi svelinato il dipinto, stuccato le lacune con gesso di Bologna e colla lapin e si è eseguita una prima verniciatura a pennello con vernice mastice al
50% in essenza di trementina. Si è integrato il dipinto a rigatino eseguito con colori a vernice. La fase di verniciatura finale si è effettuata per nebulizzazione con vernice Matt della Lefranc. 

Il restauro ha compreso la cornice in argento meccato. E’ stata eseguita una documentazione fotografica dove si possono notare le fasi di lavorazione.

Ultimato il ciclo di operazioni necessarie al restauro l’opera può essere di nuovo restituita al pubblico certi di poterne garantire la fruizione a lungo nel tempo.

Il tecnico restauratore: Rosa Giustizieri

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