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«Vivo un tempo di guarigione nell’anima e nel corpo. La malattia ci accomuna tutti»



Pellegrini a San Pietro per attraversare la Porta Santa (Reuters)

«Viviamo questa Quaresima, tanto più nel Giubileo, come tempo di guarigione. Anch’io la sto sperimentando così, nell’animo e nel corpo. La fragilità e la malattia sono esperienze che ci accomunano tutti; a maggior ragione, però, siamo fratelli nella salvezza che Cristo ci ha donato».

Per la settima domenica consecutiva, l’Angelus di papa Francesco è diffuso solo in forma scritta anche se, da una settimana, il Pontefice sta vivendo la sua convalescenza a Casa Santa Marta, in Vaticano, dopo le dimissioni dal Policlinico Gemelli dove è stato ricoverato per più di un mese per curare la polmonite bilaterale che l’ha colpito.

Nel messaggio per l’Angelus, Francesco, riflettendo sulla Quaresima, ringrazia tutti «coloro che, a immagine del Salvatore, sono per il prossimo strumenti di guarigione con la loro parola e con la loro scienza, con l’affetto e con la preghiera».

Il Papa si sofferma poi sul Vangelo di questa quarta domenica di Quaresima, detta “laetare”, ossia “della gioia”: «Gesù si accorge che i farisei, invece di essere contenti perché i peccatori si avvicinano a Lui, si scandalizzano e mormorano alle sue spalle», scrive il Papa, «allora Gesù racconta loro di un padre che ha due figli: uno se ne va di casa ma poi, finito in miseria, ritorna e viene accolto con gioia; l’altro, il figlio “obbediente”, sdegnato col padre non vuole entrare alla festa. Così Gesù rivela il cuore di Dio: sempre misericordioso verso tutti; guarisce le nostre ferite perché possiamo amarci come fratelli».

Bergoglio si sofferma sulle situazioni di guerra e di crisi più drammatiche di questo tempo: «Confidando nella misericordia di Dio Padre, continuiamo a pregare per la pace: nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Repubblica Democratica del Congo e Myanmar, che soffre tanto anche per il terremoto».

Il Papa ha anche detto di seguire con «preoccupazione la situazione in Sud Sudan. Rinnovo il mio appello accorato a tutti i Leader, perché pongano il massimo impegno per abbassare la tensione nel Paese. Occorre mettere da parte le divergenze e, con coraggio e responsabilità, sedersi attorno a un tavolo e avviare un dialogo costruttivo. Solo così sarà possibile alleviare le sofferenze dell’amata popolazione sud-sudanese e costruire un futuro di pace e stabilità».

In Sudan, ricorda ancora, «la guerra continua a mietere vittime innocenti. Esorto le parti in conflitto a mettere al primo posto la salvaguardia della vita dei loro fratelli civili; e auspico che siano avviati al più presto nuovi negoziati, capaci di assicurare una soluzione duratura alla crisi. La Comunità internazionale aumenti gli sforzi per far fronte alla spaventosa catastrofe umanitaria».

«Grazie a Dio», conclude, «ci sono anche fatti positivi: cito ad esempio la ratifica dell’Accordo sulla delimitazione del confine tra il Tajikistan e il Kyrgyzstan, che rappresenta un ottimo risultato diplomatico. Incoraggio entrambi i Paesi a proseguire su questa strada». Infine, l’invocazione a «Maria, Madre di misericordia», affinché, sottolinea, «aiuti la famiglia umana a riconciliarsi nella pace».

Proseguono, intanto, gli appuntamenti del Giubileo senza il Papa: dopo quello dei Missionari della Misericordia, che è svolto in questi giorni, il Pontefice non sarà presente neanche a quello del prossimo fine settimana, 5 e 6 aprile, dedicato ai malati e al mondo della sanità. A celebrare la Messa in piazza San Pietro, al suo posto, sarà monsignor Rino Fisichella.





Dal sito Famiglia Cristiana

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