Con un comizio autocelebrativo il presidente rivede parzialmente la situazione dei dazi nel settore auto con alcuni Paesi. Annunciati accordi con Cina e India. La polemica con Amazon
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
“Sono i primi cento giorni di maggior successo di qualsiasi amministrazione nella storia del nostro Paese; il miglior avvio di qualsiasi presidente. Ed è solo l’inizio”. Utilizza toni estremamente positivi il presidente Usa Donald Trump per descrivere il suo primo periodo alla Casa Bianca. Nel comizio tenuto a Warren, nel Michigan, cuore del Midwest e dell’industria nazionale, il presidente rilancia il sogno americano all’insegna della sicurezza territoriale, con un esercito forte e tasse più basse per gli americani. È una rivoluzione del buon senso, ha detto ancora Trump quasi per convincere gli Usa e la comunità internazionale del buon andamento, con cui “stiamo rendendo l’America di nuovo grande e lo stiamo facendo in fretta”. Ha poi sottolineato ancora una volta come i Paesi del mondo hanno sempre approfittato degli Stati Uniti, “ma questo non succederà mai più”, ha aggiunto.
Riduzione dei dazi sulle auto
Nelle stesse ora Trump ha parlato di una sua decisione che potrebbe allentare le attuali tensioni commerciali. Il capo della Casa Bianca, affrontando il complicato tema dell’imposizione dei dazi, si è detto possibilista su una possibile attenuazione delle imposizioni fiscali nel settore auto. Trump ha poi espresso ottimismo su possibili accordi con altri due colossi dell’economia mondiale, come Cina e India. Una decisione che, se messa in pratica, consentirebbe un allentamento della pressione fiscale nel settore automobilistico. Pechino si è tuttavia affretata a smentire che un accordo con Washington sarebbe vicino. Sul fronte interno, prima di recarsi alla contea di Macomb per una festa da campagna elettorale, Trump ha firmato un ordine esecutivo che prevede una revisione delle tariffe sulle auto in arrivo dall’estero, venendo così incontro alle preoccupazioni di imprese e consumatori. I dati economici mostrano però tensioni crescenti sull’economia americana: la fiducia dei consumatori misurata dal Conference Board in aprile è caduta ai minimi dalla pandemia. La guerra dei dazi ha fatto inoltr salire la tensione fra Trump e Jeff Bezos. Mentre il presidente e fondatore di Amazon lancia la sfida a Starlink mandando in orbita il suo primo lotto di satelliti internet, la Casa Bianca ha criticato duramente il colosso delle vendite online per essere pronto – secondo le indiscrezioni di Punchbowl – a evidenziare nei prezzi dei suoi prodotti l’impatto dei dazi. L’atto è stato giudicato “politico e ostile”.
Critiche alla Fed
Sul fronte economico, Donald Trump ha criticato Jerome Powell, governatore della Fed, per la gestione della politica monetaria e finanziaria della Banca Centrale americana. “Powell non sta facendo un buon lavoro”, ha detto il capo della Casa Bianca pur ribadendo di non voler licenziare Powell. Fa infine discutere il licenziamento da parte dell’amministrazione Trump di diversi membri dell’US Holocaust Memorial Council, nominati in passato da Joe Biden, tra cui Doug Emhoff, marito di Kamala Harris, candidata democratica alle ultime elezioni presidenziali. Emhoff ha parlato di decisione politica che ha trasformato “una delle peggiori atrocità della storia in una questione divisiva”.