Accordo in vista tra Kyiv e Washington per la nascita di un partenariato economico su terre rare ed energia. Il presidente Zelenskyi: “sarà un’intesa equa e vantaggiosa per entrambi i paesi”
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
A pochi giorni dall’incontro in Vaticano, avvenuto in occasione dei funerali di Papa Francesco, il dialogo tra Stati Uniti e Ucraina sembra essere entrato in una nuova fase negoziale, anche per quanto concerne l’ipotesi di un accordo sullo sfruttamento delle risorse minerarie ed energetiche ucraine.
Una partnership equa
All’inizio della settimana il presidente Volodymyr Zelenskiy ha dichiarato che sono stati fatti importanti passi avanti nel negoziare un accordo «più solido e più equo» in vista di un partenariato economico tra i due Paesi. Ma, soprattutto, l’intesa è stata definita dal presidente ucraino «vantaggiosa per entrambi gli Stati». Assodato – per stessa ammissione del primo ministro ucraino Denys Shmyhal – che un eventuale accordo sullo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine da parte degli Usa non avrà lo scopo di rimborsare Washington per l’aiuto militare fornito, resta da chiedersi quali possano essere i vantaggi diretti di questa partnership economica.
Politica di deterrenza
Per Claudio Bertolotti, ricercatore associato dell’Ispi ed esperto di geopolitica, se l’accordo dovesse andare in porto la sua rilevanza in termini di deterrenza nei confronti di eventuali futuri appetiti russi sarebbe significativa. «Per gli Stati Uniti l’accesso alle “risorse minerarie critiche” dell’Ucraina — spiega Bertolotti — richiederebbe investimenti poco impegnativi, ma di fatto il coinvolgimento di investitori americani sul terreno limiterebbe le ambizioni russe nei confronti dei territori di Kyiv o almeno di quelli che ancora non sono sotto il controllo di Mosca». L’accordo sui minerali ucraini, dunque, rappresenterebbe per Kyiv un baluardo ideale, anche nell’ipotesi di un poco soddisfacente cessate il fuoco con il Cremlino. Di qui la necessità di arrivare all’intesa con Trump nel più breve tempo possibile e, cioè, prima che la Russia possa decidere di lanciare una nuova fase delle operazioni militari dirette ad ampliare le proprie conquiste sulla linea del fronte, dove si trovano tra l’altro molti degli asset minerari ancora sotto il controllo ucraino.
Due i tavoli negoziali
«Sempre sul fronte dello sfruttamento dei minerali rari e delle materie critiche – fa notare Claudio Bertolotti – va letto anche il dialogo tra la Casa Bianca ed il Cremlino. Qui la partita si gioca sulla possibilità di sottrarre la Russia alla sfera di influenza di Pechino». Al momento, insomma, l’accordo per la concessione in partnership dei diritti estrattivi ed energetici agli Stati Uniti sembra rappresentare un’occasione per congelare una guerra che da tre anni ormai insanguina l’Europa.