È Festa grande nell’ordine dei carmelitani per il doppio anniversario di santa Teresa d’Avila. La santa di origini spagnole – annoverata tra i dottori della Chiesa nel 1970 da Paolo VI, insieme a Caterina da Siena – ci ha lasciato un’incredibile quantità di libri e di lettere, esempi illuminanti del suo dialogo infinito con Dio e la Beata Vergine.
Un legame, quest’ultimo, nato fin dalla gioventù, quando a 13 anni Teresa perde la mamma e chiede, allora, alla Madonna di essere sua Madre. E la richiesta venne ascoltata. La santa vivrà esperienze profonde di reale presenza della Vergine che fu al centro di alcune apparizioni: in particolare, una verificatasi poco prima della fondazione del monastero di San Giuseppe ad Avila: aiutata dallo stesso san Giuseppe, Maria riveste di una veste bianca Teresa e le assicura la sua protezione sul monastero che sta per nascere. Sarà sempre la Vergine ad aiutarla nella sua riforma dell’ordine del Carmelo. Nella sua opera più celebre, Il Castello interiore – in cui Teresa utilizza l’allegoria dell’anima come un castello fatto di sette dimore da percorrere in un viaggio spirituale: ebbene la Signora di questo maniero per Teresa è la Vergine, stella che orienta il percorso. Su Maria Con Te di questa settimana l’intervista alla studiosa Maria Ruiz de Arcaute, tra i massimi esperti mondiali della santa. «Per lei», spiega, «la Vergine fu Madre, Regina e Sorella maggiore. Ne fece il suo modello per custodire come Maria “lec cose di Dio nel suo cure”. Chiamava i conventi delle carmelitane le “colombaie” della Madonna.