Doveva essere solo festa: un trionfo, per Sofia Raffaeli, ragazza esile e fortissima che ha portato l’Italia dove non era mai stata prima ai massimi vertici mondiali della ginnastica ritmica individuale. Mai così in alto, mai così solidamente: tre ori e un bronzo nelle singole prove, infine l’oro nel concorso generale ai Mondiali di ginnastica Ritmica, e pass staccato per Parigi 2024. Non è stata solo festa perché il pensiero è corso a casa, alle sue Marche ferite: «Dedico queste medaglie a tutta l’Italia ma soprattutto alle Marche, la mia terra dove sono nata e dove vivo. Il mio pensiero va alle vittime e alle famiglie e a tutte le persone che stanno soffrendo».
Ha 19 anni, la maturità al liceo delle scienze umane, l’apparecchio ai denti e un nonno, Nello, che l’ha aiutata a cominciare accompagnandola agli allenamenti alla Ginnastica Fabriano da quando aveva quattro anni e dove ancora si allena, pur essendo tesserata per le Fiamme Oro. I suoi genitori, papà architetto e mamma ingegnere, docente all’Università ad Ancona, hanno assecondato la passione della figlia, soprannominata la formica atomica per la sua inesauribile energia, aiutandola a continuare ad allenarsi durante il lockdown a costo di allestire una pedana in salotto e di sacrificare qualche soprammobile colpito dagli attrezzi.
Al Mondiale ha concluso la sua prova con un esercizio alla palla che ha messo in fila tutte per precisione ed eleganza, degna conclusione di una settimana spettacolare in cui da sola ha raccolto un forziere da cinque medaglie. In questi giorni a chi le ha parlato Sofia ha rivelato che ha stemperato la tensione degli ultimi allenamenti fuggendo tra le pagine del Dottor Zivago.