Siria. I bambini dimenticati del campo di al-Hol

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Almeno tre bambini hanno perso la vita e altri 15 sono rimasti feriti durante un incendio scoppiato nel campo profughi del nord-est della Siria. L’appello dell’Unicef a tutte le parti in conflitto nel Paese: permettere l’accesso al centro umanitario per fornire assistenza e cure

Emanuela Campanile – Città del Vaticano

Nel campo di Al-Hol, nord-est della Siria, si trovano più di 22.000 bambini stranieri di almeno 60 nazionalità diverse che vivono in condizioni di grande sofferenza. Non hanno accesso ai servizi di base e devono affrontare il freddo dell’inverno e il caldo torrido dell’estate, oltre ai traumi delle violenze e dell’abbandono delle loro case e famiglie. Molti di loro restano nelle prigioni e la pandemia di Covid rende ancora più drammatiche le già precarie condizioni di vita. Numerosi sono i minorenni trattenuti nel campo in quanto figli di ex combattenti dell’ISIS. 

La detenzione dei bambini

La detenzione dei bambini è una misura di ultima istanza e dovrebbe durare il più breve tempo possibile, fa sapere l’Unicef. I bambini non dovrebbero essere detenuti solo per sospetti legami familiari con gruppi armati. I minori, continua ad affermare il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, hanno il diritto di essere protetti anche attraverso l’assistenza legale, il ricongiungimento familiare e il rimpatrio nei rispettivi Paesi d’origine, qualora ciò sia nel loro interesse. 

Reinserimento e rimpatrio 

Le autorità locali nel nord-est della Siria e gli stati membri dovrebbero fare tutto il possibile per riportare i bambini a casa attraverso il reinserimento nelle loro comunità locali o nei loro paesi di origine in modo sicuro e dignitoso. “Chiediamo a tutti gli stati membri – prosegue in un ultimo appello l’Unicef – di fornire ai bambini la documentazione civile per prevenire l’apolidia. Questo è in linea con il superiore interesse del bambino e in conformità con gli standard internazionali”.

L’appello dell’Unicef

L’Unicef continua a fornire assistenza umanitaria ai bambini e alle famiglie:”Chiediamo  – dice la Ong – a tutte le parti in conflitto in Siria di permettere l’accesso umanitario senza ostacoli per fornire assistenza e cure ai bambini e alle famiglie, compresi coloro in luoghi di detenzione”.



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