Anche il Giubileo del 1700 fu segnato dalla morte di un Pontefice. Innocenzo XII morì infatti il 27 settembre, prima della conclusione dell’Anno Santo da lui indetto. Commemorativa di quella sede vacante è una moneta conservata nel medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana: al centro è rappresentata la colomba dello Spirito Santo con il versetto dal Vangelo di Giovanni: “Non vi lascerò orfani”
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Tante analogie intercorrono tra la sede vacante che la Chiesa vive in questi giorni e quella del 1700. Anche allora si celebrava un Giubileo: ad indirlo era stato Innocenzo XII che, malato di podagra – una malattia reumatica – non presenziò al rito di apertura della Porta Santa nel Natale 1699 e morì ottantacinquenne il 27 settembre successivo.
Fu tumulato nella Basilica Vaticana, ma per l’elezione del successore Clemente XI, si dovette attendere il 23 novembre.
Lo Spirito Santo e la speranza di non restare orfani
A memoria di quei quasi due mesi di vacanza della Cattedra di Pietro venne coniata una moneta custodita nel medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana. Nel rovescio vi è rappresentata la colomba dello Spirito Santo con il versetto in latino tratto dal Vangelo di San Giovanni: Non vos relinquam orphanos, ovvero “Non vi lascerò orfani” (Gv14,18).
“Si tratta di un riferimento alla scomparsa di Innocenzo XII, ma anche di un chiaro messaggio di speranza per il Conclave che si sarebbe aperto di lì a poco”, spiega a Vatican News Eleonora Giampiccolo, direttore del Dipartimento Numismatica della Biblioteca Vaticana.
Innocenzo XII e l’opzione per i poveri
“Orphanos è riferito ai cristiani che restarono senza la guida spirituale di Innocenzo XII, conosciuto come il ‘padre dei poveri” e per questo suo atteggiamento molto simile a Papa Francesco”. Di questo Pontefice si ricorda infatti l’attenzione per i poveri e gli emarginati: “Durante il suo pontificato aveva avviato lavori per aiutare orfani e senzatetto. Si pensi all’istituto da lui creato nel Palazzo del Laterano o al Complesso del San Michele a Ripa Grande dove furono ospitati i giovani orfani di Roma che venivano anche istruiti all’apprendimento di un mestiere”.
Un richiamo alla decisione di Innocenzo XII di devolvere dopo la sua morte ogni suo bene alla causa dei poveri, sottolinea Eleonora Giampiccolo, è la scelta di Francesco di donare ciò che possedeva per le attività di riabilitazione dei carcerati.
Lo Spirito Santo sul Conclave
“La colomba dello Spirito Santo – prosegue la studiosa di numismatica – diviene tipica rappresentazione della Sede Vacante a partire dal XVII secolo: è espressione della guida divina che deve indirizzare la scelta del nuovo Papa”. Ai piedi di questa raffigurazione nel rovescio della moneta si legge “Anno Iubil”: a differenza del Giubileo avviato da Francesco la scorsa notte di Natale, il rito di apertura dell’Anno Santo 1700, con i tradizionali tre colpi di martello, non fu compiuto da Innocenzo XII, gravemente malato.
La Porta Santa non aperta dal Papa
I cardinali si trovarono in difficoltà nel designare un sostituto. Si riunirono il camerlengo, il vicecancelliere e il decano del collegio cardinalizio. In ragione delle precarie condizioni di salute di quest’ultimo, la scelta cadde sul vice decano, il cardinale de Bouillon. “Fu lui ad aprire la Porta Santa la notte di Natale del 1699”, osserva il direttore: “Quando fu emessa la medaglia annuale del 1700, l’incisore non volle rappresentare il cardinale che al posto del Papa aveva rotto il muro, ma scelse di raffigurare la Porta Santa già aperta e varcata da un corteo di fedeli”.
I messaggi affidati alle monete
Potente la forza comunicativa delle monete e delle medaglie custodite nel Dipartimento Numismatica della Biblioteca Vaticana: “Erano mezzi di comunicazione fondamentali. Le immagini che vi erano rappresentate, riuscivano ad essere comprensibili anche per chi non sapeva leggere”, conferma il direttore. “La moneta è anche un mezzo di scambio, mentre la medaglia è principalmente un documento, un mezzo di comunicazione. Diventa un documento per noi posteri che la studiamo.”.
Il Papa dona la vita per la Chiesa
Emblematica della vicinanza di Innocenzo XII nei confronti dei poveri è un’altra medaglia. Nel dritto è rappresentato il busto del Pontefice, mentre nel rovescio è effigiata la Carità che soccorre i poveri: “Nella legenda si allude ad un’eredità. È una citazione del testo del Siracide in cui si dice che la discendenza dei giusti rimarrà per sempre”. L’amore di Papa Pignatelli per i suoi figli, per la Chiesa, è infine commemorato da un’ultima medaglia di più grandi dimensioni che Eleonora Giampiccolo ci mostra prima di congedarci: “Fu realizzata da una donna, Beatrice Amerani, appartenente ad una delle famiglie degli incisori più importanti della zecca pontificia. Nel suo rovescio si vede il pellicano che si squarcia il petto dal quale fuoriesce il sangue per nutrire i suoi piccoli”. L’iconografia che rappresenta tradizionalmente il sacrificio di Cristo e il suo amore per l’umanità.