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Pellegrini in mare, domenica si apre il Giubileo del Vespucci


Orgoglio e sorpresa. Quando a bordo del Vespucci è arrivata la notizia che «il veliero più bello del mondo» sarebbe stato «nave del Giubileo» tra l’equipaggio è esploso l’entusiasmo. «Sono stato io a dare la comunicazione che mi era arrivata dall’ordinario militare, monsignor Santo Marcianò», racconta il cappellano, don Mauro Medaglini. «Una gioia sapere che tra i luoghi individuati come sede del Giubileo, oltre alla chiesa principale e altri luoghi significativi come il carcere militare e l’ospedale del Celio, si è pensato anche ai teatri operativi, a quei luoghi dove i militari, lontani dalle loro famiglie e dalla loro quotidianità, cercano di portare pace e speranza».

«Essere una nave giubilare ci riempie di soddisfazione ed è, per noi, un segno di attenzione importante», aggiunge il comandante, il capitano di vascello Giuseppe Lai. «Consideriamo che siamo impegnati in un’attività molto lunga. Il nostro giro del mondo è cominciato a giungo del 2023. Quando si sta così a lungo in navigazione, lontani da casa, l’aspetto spirituale, la cura dell’animo delle persone, è fondamentale».

L’avvio ufficiale dell’anno giubilare per l’equipaggio «ma anche per le comunità che continueremo a incontrare», precisa il cappellano, avverrà domenica 12 gennaio. Una messa che comincerà con una piccola processione dallo spazio antistante l’alloggio di don Mauro, dove si celebra nei giorni feriali, fino al cassero «che consente una maggiore partecipazione». Dietro la croce, portata dal cappellano, un gruppo di marinai che in questi mesi ha seguito la preparazione alla cresima.



«Per il Vespucci essere nave giubilare è un’altra prima volta che si aggiunge alla altre di questo secondo giro del mondo dopo quello del 2002-2003» commenta il comandante. «Nel corso di questa navigazione, infatti, il veliero ha attraversato il passaggio di Capo Horn, ha toccato una serie di porti lungo l’America latina fino ad arrivare alle isole Galapagos, Los Angeles, Tokyo. E ancora, tra le nostre prime volte, c’è stato il sud est asiatico, con le Filippine, Singapore, l’India, il Golfo. E i Paesi del mondo arabo, l’Oman, dove siamo adesso, in attesa di partire per gli Emirati…». Un’esperienza «appassionante, come toccare l’Everest per uno scalatore. C’è entusiasmo, ma è anche indispensabile la serenità. Questa è la parola d’ordine che mi sono dato fin dall’inizio. E in questo l’elemento spirituale, anche di spiritualità laica, è centrale, un elemento che aiuta a mantenere il morale e la coesione a bordo. Anche per questo abbiamo sempre avuto un cappellano militare a bordo durante le nostre campagne».

«In questo tour mondiale che promuove, con gli eventi organizzati da Difesa Servizi, la cultura e l’eccellenza italiana nel mondo», aggiunge don Mauro, «e ancora di più da adesso in poi con questa “responsabilità” di essere nave giubilare, cerchiamo di portare gioia e speranza nei vari luoghi dove sostiamo. Adesso abbiamo anche la consapevolezza di avere una sorta di “privilegio” che ci aiuterà a vivere la fatica quotidiana con un senso diverso, in maniera ancora più forte di quello che già si faceva. Vedremo adesso quali iniziative concrete mettere in campo, per diventare sempre più consapevoli che il  “pellegrinaggio”  è il servizio quotidiano che i militari danno, ogni giorno e ogni momento, in favore di tutti».





Dal sito Famiglia Cristiana

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