di Paolo Vizzacchero
Con viva emozione e profonda gratitudine, mi accingo a condividere, insieme a voi, una ricorrenza che mi sta particolarmente a cuore: il centenario dalla nascita di padre Gabriele Pietro Amorth (1 Maggio 1925- 1 Maggio 2025), il famoso sacerdote paolino modenese, mariologo, esorcista della Diocesi di Roma, giornalista e scrittore. Questo sentimento di riconoscenza, verso il caro padre Gabriele, mi ha accompagnato fin dal nostro primo incontro, quando ricevetti la grazia di conoscerlo e ancor più quando si dimostrò di grande aiuto per un mio familiare, colpito da un male di natura spirituale. Devo ammettere che all’epoca vivevo più da incredulo che da credente e il Signore affidò a questo buon pastore l’arduo compito di ricondurmi al Suo gregge. In realtà padre Amorth seppe farsi “modello” di tutto il gregge, secondo il cuore di Dio, prendendosi cura, con dedizione e carità, di tante anime, soprattutto dei più tribolati nel corpo e nello spirito.
Ė ben noto infatti l’impegno profuso, con estrema umiltà, nel suo ministero di esorcista che considerava un “completamento” del suo sacerdozio e che ereditò dal suo grande maestro padre Candido Amantini, l’esorcista della Scala Santa, dimostrando ben presto di essere alla sua altezza, da vero “combattente”, indomito e instancabile, nella strenua lotta contro il maligno. Ho avuto il privilegio di diventare suo ausiliare e assisterlo nelle preghiere di esorcismo, insieme ad altri suoi collaboratori, e posso assicurarvi che padre Gabriele non si lasciava di certo intimorire dal demonio, ben consapevole che, chi è unito a Cristo, non ha paura di nulla. Non perdeva occasione, infatti, di affermare che satana è potente, ma Dio è onnipotente! Nelle sue predicazioni, infervorato dallo Spirito Santo, ci ha insegnato che la “buona battaglia” si affronta a testa alta, nella verità, imparando a perdonare, a benedire, a pregare e a fortificarci nella fede attraverso il dono dei sacramenti, per sperimentare pienamente la bellezza e la ricchezza di una vita di grazia.
Nelle sue parole non mancava mai di dedicare un pensiero affettuoso alla Vergine Maria, verso la quale nutriva un amore filiale e una venerazione speciale. Lui, che era stato consacrato al Suo Cuore Immacolato ancora prima di nascere e, che aveva ricevuto protezione e grazie straordinarie dalla Mamma Celeste durante tutta la sua vita, invitava tutti a consacrarsi a Lei, a rifugiarsi sotto il Suo Manto e a pregare con devozione il Santo Rosario, un’ ”arma infallibile” per difenderci dalle insidie del tentatore. Sono convinto che i suoi ammaestramenti riecheggino ancora nella memoria di coloro che hanno gremito le chiese per ascoltare le sue catechesi, hanno seguito le sue interviste e i suoi interventi radiofonici e hanno letto i suoi libri e i suoi articoli, ma soprattutto rimane indelebile la sua testimonianza per tanti smarriti di cuore che hanno ritrovato conforto e coraggio nel loro cammino di fede e di conversione. Non posso negare che, dal 16 settembre 2016, giorno della sua dipartita, la sua mancanza si faccia sentire ma, per noi che ci siamo ”rallegrati alla sua luce”, rimane una “lampada che arde e risplende”(Gv 5,35).