Onu, cresce la fame nel mondo a causa del Covid

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Nel 2020, 118 milioni di persone in più nel mondo, rispetto allo scorso anno, hanno sofferto e continuano a soffrire per la fame. Le Nazioni Unite in un rapporto fotografano le conseguenze della pandemia, denunciano uno degli incrementi maggiori degli ultimi decenni. A pagare le maggiori conseguenze sono soprattutto l’Asia e l’Africa

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

E’ una prima valutazione globale in tempo di pandemia e gli esiti sono drammatici. Cresce del 18% il numero di persone che soffrono la fame, quasi una su tre al mondo. Oltre 2miliardi di uomini e donne non hanno avuto accesso ad un’alimentazione sana nel 2020, un aumento di quasi 320 milioni di persone in un anno. In più una persona su 10 è denutrita. La pandemia fa impennare un trend che già si era registrato perché – spiegano dall’Onu – ha messo in luce “le vulnerabilità che si sono formate nei nostri sistemi alimentari a causa di fattori importanti come conflitti, eventi climatici estremi, rallentamenti e flessioni economiche”. L’emergenza sanitaria – sottolineano le Nazioni Unite – ha colpito i Paesi a basso e medio reddito ma gli effetti peggiori arrivano dagli scenari del mondo che già sono in sofferenza. 

I dati allarmanti

Il report, frutto dell’impegno congiunto di Fao, Ifad, Unicef, World Food Programme e Organizzazione Mondiale della Sanità, ricorda che più di metà di tutte le persone sottoalimentate (418 milioni) vive in Asia, oltre un terzo (282 milioni) vive in Africa ma qui si stima che la prevalenza della sottoalimentazione sia di oltre due volte superiore a quella di ogni altra regione. Sono 60 milioni poi le persone che soffrono la fame in America Latina e nei Caraibi. In grave sofferenza i bambini, nel 2020 erano più di 149 milioni quelli sotto i cinque anni con un ritardo della crescita più di 45 milioni quelli deperiti. Si allarga anche la disuguaglianza tra uomini e donne: nel 2020 l’insicurezza alimentare ha riguardato 11 donne ogni 10 uomini. 

Fase critica

In questa che, nel rapporto, viene definita “fase critica”, si confida nell’azione internazionale, guardando con speranza ai prossimi appuntamenti riguardanti la sicurezza alimentare. “Quest’anno abbiamo l’opportunità senza precedenti di compiere progressi – si legge – attraverso la trasformazione dei sistemi alimentari grazie al Vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari, al vertice ‘Nutrizione perla crescita’ e alla Cop26 sui cambiamenti climatici”. Lontano l’obiettivo “Fame zero” entro il 2030, a pesare sul mancato raggiungimento anche il fatto che circa 30 milioni di persone soffriranno per gli effetti duraturi della pandemia. 

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