Mentre i fedeli di tutto il mondo si stringono in preghiera per la salute del Papa, Francesco, dall’ospedale, continua il suo lavoro di governo della chiesa e questo è un segno che lascia ben sperare per il prosieguo della degenza, anche se la prognosi resta riservata e la situazione generale ancora critica.
Martedì è stato pubblicato il messaggio per la Quaresima, che inizia il prossimo 5 marzo con il Mercoledì delle Ceneri. Nel Messaggio, che riporta la data del 6 febbraio, prima del ricovero, il Papa ricorda che «la morte è stata trasformata in vittoria e qui sta la fede e la grande speranza dei cristiani: nella risurrezione di Cristo». Un altro segno delle condizioni in miglioramento del Pontefice sono le visite che ha ricevuto al decimo piano del Gemelli. Lunedì, come riferisce il Bollettino della Sala Stampa, ha incontrato il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e il Sostituto monsignor Edgar Pena Parra, per alcuni decreti riguardanti beati e santi. È una decisione senza precedenti perché normalmente a sottoporre i decreti dei santi al Papa è il cardinale titolato del Dicastero dei santi, attualmente Marcello Semeraro. È dunque verosimile che il Papa abbia parlato con i maggiori esponenti della Segreteria di Stato anche di altre questioni.
Il Pontefice inoltre ha deciso di modificare la Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, del 13 maggio 2023, e la Legge n. CCLXXIV sul Governo dello Stato della Città del Vaticano, del 25 novembre 2018, e ha nominato, con decorrenza dal 1° marzo 2025, segretari generali del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano: monsignor Emilio Nappa, finora segretario aggiunto del Dicastero per l’Evangelizzazione, nella Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove chiese particolari, e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie; l’avvocato Giuseppe Puglisi-Alibrandi, finora vice-segretario generale del Governatorato. Allo stesso tempo Papa Francesco ha attribuito a Suor Raffaella Petrini, dal 1° marzo 2025 Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato del medesimo Stato, «la potestà di disporre e conferire, opportunamente, ai sopramenzionati segretari generali specifiche competenze o particolari compiti».
Oltre alle due nuove nomine al Governatorato, e al cambio delle norme per consentire di avere pieni poteri a suor Raffaella Petrini, che non è cardinale come sono stati tutti i precedenti presidenti del braccio amministrativo della Santa Sede, nel Bollettino di martedì ci sono anche altre nomine del Papa: la rinuncia del vescovo ausiliare di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile); la rinuncia e la nomina dell’arcivescovo metropolita di Vancouver (Canada); la rinuncia e la nomina del vescovo di Itapetininga (Brasile); la nomina del vescovo di Itabuna (Brasile); la nomina di vescovi ausiliari di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile). Infine, papa Francesco ha deciso che convocherà un Concistoro, la data è ancora da stabilire, per la canonizzazione di due beati: il “medico dei poveri”, il venezuelano Giuseppe Gregorio Hernández Cisneros, nato a Isnotu (Venezuela) il 26 ottobre 1864 e morto a Caracas il 29 giugno 1919 e il beato Bartolo Longo, legato alla devozione della Madonna del Rosario di Pompei dov’è morto nel 1926.
Nei Decreti che Francesco ha autorizzato a promulgare ci sono altri due figure molto popolari e amate. La prima è quella di Salvo D’Acquisto, giovane carabiniere napoletano, classe 1920, che a 18 anni entra nell’Arma dei carabinieri. Tra il ‘40 e il ’42 viene inviato in Libia dove dimostra schiettamente le sue convinzioni sia per la rettitudine morale sia per i gesti con cui la accompagna, il segno della croce in pubblico o la recita del Rosario. Diventato vicebrigadiere viene destinato alla stazione di Torrimpietra. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, il 22 settembre un reparto nazista – ormai nemico in terra italiana – arriva alla Torre di Palidoro, ubicata nel territorio della caserma. Alcuni soldati individuano e forzano incautamente delle cassette contenenti ordigni, provocando un’esplosione che uccide un militare e ne ferisce altri due. Il comandante sospetta di un attentato e fa arrestare Salvo D’Acquisto che, per l’assenza del suo superiore, in quel periodo comanda la stazione dei carabinieri. Il vicebrigadiere spiega a più riprese che si è trattato di un tragico incidente, ma i nazisti decidono per una rappresaglia e rastrellano 22 persone, le costringono a scavare una grande fossa e si apprestano a fucilarle quando Salvo D’Acquisto si autoaccusa come unico responsabile dell’accaduto, offrendosi in cambio della liberazione di tutti gli altri. Il carabiniere 23enne viene fucilato all’istante mentre gli ostaggi riescono ad avere salva la vita.
Una decisione, è stato riconosciuto nel decreto che definisce “venerabile” Salvo D’Acquisto, non dettata da “un semplice atto di solidarietà civica e di filantropia laica”, bensì inserita “in uno stile di vita consapevolmente e coerentemente cristiano”.
La seconda figura è quella di Emilio Giuseppe Kapaun, americano del Kansas dove nasce nel 1916 in una famiglia di origine boema molto religiosa. In lui matura la vocazione al sacerdozio, studia in seminario e nel ‘41, dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America, si arruola come cappellano militare. Nel 1944 viene inviato nella regione indo-birmana quindi, allo scoppio del conflitto in Corea, Emilio vi approda con la sua unità militare. Durante la battaglia di Unsan, il 1° novembre del 1950, vicino al confine con la Nord Corea, il cappellano rifiuta di mettersi in fuga e rimane in zona di battaglia per poter aiutare i feriti. Catturato viene internato nel campo di Pyokton, dove svolge opera di apostolato tra le sofferenze e le privazioni di altri 3.500 detenuti. La mancanza di cibo e vestiti e alcuni problemi fisici indotti dalla precarietà della prigionia lo indeboliscono finché, la settimana dopo la Pasqua del ’51 collassa a terra e i carcerieri cinesi, subentrati ai coreani nel controllo del campo, lo inviano alla “Casa della morte”, una struttura in cui i prigionieri sono lasciati senza acqua, cibo e cure e dove il Servo di Dio, ora “venerabile”, si spegne il 23 maggio 1951.
Nei Decreti riconosciute le virtù eroiche di tre nuovi venerabili. Lo spagnolo Michele Maura Montaner, classe 1843, nato e morto nel 1915 a Palma di Maiorca, sacerdote diocesano e fondatore della Congregación de las Hermanas Celadoras del Culto Eucaristico. Predicatore instancabile di missioni popolari, fonda anche il giornale El Áncora per fronteggiare l’ateismo, scelta che gli causa persecuzioni del regime di allora. Si spende per la formazione dei sacerdoti e nell’apostolato degli operai. Contemporaneo a lui è un altro sacerdote diocesano, l’italiano Didaco Bessi, fondatore della Congregazione delle Suore Domenicane di Santa Maria del Rosario, nato e vissuto a Iolo tra il 1856 e il 1919. Il suo stile pastorale ha come pilastro la cura delle famiglie, la promozione umana e l’educazione. Si rivolge prevalentemente alle bambine che non venivano mandate a scuola e fin da piccole tenute ad intrecciare la paglia per la confezione dei cappelli. La scuola per le bambine povere è uno dei suoi primi impegni, ispirato da una visione molto moderno per cui istruire non significa semplice trasmissione di informazioni, ma aiutare i giovani a raggiungere una pienezza umana e spirituale.
Con loro figura anche la laica polacca Cunegonda Siwiec nata e vissuta tra il 1876 e il 1955 a Stryszawa – Siwcówka, che a 20 anni – con un matrimonio in vista – decide di donarsi a Dio aderendo più avanti al Terz’Ordine carmelitano e mettendo energie in varie forme di apostolato. Offre un terreno ereditato per costruirvi un centro pedagogico-educativo per giovani e adulti, in sostanza una scuola regolare di quelle che lei, ragazza senza possibilità di studiare, non aveva potuto frequentare. Molto devota all’Eucaristia “Kundusia”, come viene familiarmente chiamata, comincia ad avvertire particolarmente dopo la comunione delle “locuzioni interiori”, rivelazioni da parte di Gesù, della Madonna e dei santi che lei nel 1942 confida al suo confessore, che ne trascrive i messaggi fino alla morte della futura venerabile. Con la salute che gradualmente peggiora Kundusia decide di offrire la sua vita per la riparazione dei peccati e diventa rapidamente punto di riferimento spirituale per molte persone.