La decisione di abbandonare l’agenzia dell’Onu che sostiene l’istruzione, la scienza e la cultura promuovendo anche la conservazione del patrimonio artistico e naturale in tutto il mondo è arrivata dopo l’attribuzione del premio Unesco per la libertà di stampa al quotidiano nicaraguense “La Prensa”: il più antico quotidiano della nazione era impegnato a denunciare il governo dell’ attuale presidente Ortega
Vatican News
Con una lettera inviata ieri alla direttrice dell’Unesco, Audrey Azoulay, il ministro degli Esteri nicaraguense, Valdrack Jaentschke, ha annunciato l’uscita del Paese dell’America centrale dall’Agenzia delle Nazioni Unite che sostiene l’istruzione, la scienza e la cultura promuovendo anche la conservazione del patrimonio artistico e naturale in tutto il mondo.
Contro “La Prensa”
La decisione di abbandonare l’organismo è stata presa dopo che il prestigioso premio internazionale per la libertà di stampa dell’Unesco è stato assegnato a «La Prensa», il più antico quotidiano nicaraguense, che si impegnò nella lotta alla dittatura di Anastasio Somoza Debayle durata dal 1967 al 1979, e che più recentemente ha denunciato l’accaparramento del potere da parte dell’attuale presidente, Daniel Ortega. Nella lettera con la quale il governo sancisce l’ uscita dall’Unesco, il ministro degli Esteri nicaraguense ha sostenuto che «La Prensa» «è un medium filo statunitense e rappresenta il vile tradimento contro la nostra patria».
Non un caso isolato
Ma l’uscita dall’Unesco non è un caso isolato: nello scorso mese di febbraio il Nicaragua aveva deciso il ritiro dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura, dal Consiglio per i diritti umani, dall’Organizzazione internazionale del lavoro e dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Si tratta, dunque, della quinta agenzia
Detenuti liberati
Ieri, intanto, il governo ha rilasciato 1.700 detenuti in occasione della Giornata della dignità nazionale che si celebra ogni 4 maggio per ricordare il giorno in cui l’eroe Sandino si rifiutò di firmare il Patto di Espino Negro che pose fine alla guerra costituzionalista e si oppose a un intervento militare Usa nella nazione.