Dichiarato lo stato di emergenza a causa di quello che, secondo il comandante dei vigili del fuoco, potrebbe essere il “più grande” rogo mai registrato nel Paese. Le fiamme minacciano di raggiungere anche il centro della Città Santa. Nessuna prova sulla natura dolosa dell’incidente
Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano
Un vasto incendio, alimentato da venti impetuosi e da temperature estreme, sta devastando l’area boschiva nei dintorni di Gerusalemme. Il rischio, paventato anche dal premier israeliano Benjamin Netanyahu in un video diffuso dal suo ufficio, è che le fiamme possano spingersi “facilmente verso la periferia” e il centro della Città Santa. Oggi, 1 maggio, giornata in cui nel Paese si celebra la commemorazione dei caduti e l’inizio del Giorno dell’Indipendenza, sono stati cancellati tutti gli eventi in programma, e Israele ha dichiarato lo stato d’emergenza. “Stiamo affrontando forse il più grande incendio mai scoppiato nel Paese. Non abbiamo idea di cosa l’abbia causato. Posso dire che dopo i primi roghi, diversi incendi dolosi sono stati appiccati in altre località”, ha dichiarato in televisione il comandante dei vigili del fuoco di Gerusalemme, Shmulik Friedman. Secondo i media nazionali, circa 7mila persone sono state evacuate da diverse comunità limitrofe.
Nessuna prova sulla natura dolosa dell’incendio
Al momento non vi sono prove che l’incendio sia stato innescato volontariamente. L’agenzia di intelligence interna israeliana, lo Shin Bet, partecipa alle indagini. La polizia ha reso noto l’arresto di un uomo a Gerusalemme Est, sorpreso da testimoni mentre cercava di appiccare il fuoco a della sterpaglia, ore dopo la diffusione dei primi roghi. L’emittente israeliana N12 ha inoltre riferito di altri due fermi. Hamas ha diffuso un messaggio su Telegram in cui ha incoraggiato i palestinesi a “bruciare tutto ciò che potete, boschi, foreste e case dei coloni” dichiarando che Gaza “attende la vendetta dei liberi”.
Il sostegno internazionale
Il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha richiesto assistenza internazionale, contattando i suoi omologhi in Italia, Regno Unito, Francia, Repubblica Ceca, Svezia, Argentina, Spagna, Macedonia del Nord e Azerbaigian. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha confermato l’attivazione immediata del Dipartimento della Protezione Civile. Netanyahu, che sta seguendo personalmente l’evoluzione della crisi dall’unità di emergenza, ha annunciato l’arrivo imminente di due Canadair dall’Italia e uno dalla Croazia. Anche l’Ucraina, ha riferito Sa’ar, invierà un aereo per aiutare a combattere le fiamme.
La situazione negli ospedali
L’ospedale Ein Kerem di Gerusalemme ha invitato i cittadini a recarsi presso la struttura solo in caso di assoluta necessità. Il personale ha evacuato i pazienti non critici e si è preparato a ricevere eventuali feriti, mentre si registrano decine di intossicati dal fumo. Per la prima volta nella storia del Paese, l’emittente Channel 12 ha annunciato in diretta l’evacuazione dello studio: le trasmissioni sono state trasferite a una sede alternativa, dopo che il fuoco ha raggiunto il complesso di Neve Ilan durante la messa in onda del telegiornale.