Più della metà degli ospiti non sono ancora rientrati in comunità. A un mese dall’esondazione del Lambro a Milano, lo scorso 15 maggio, 40 persone seguite dal Centro Ambrosiano di Solidarietà Ceas, fra cui famiglie in difficoltà e uomini e donne con disagi psichici o dipendenze, sono ancora evacuate in un’altra struttura milanese. I lavori per ripristinare gli ambienti del centro, sommersi dall’alluvione, sono diversi e i danni ammontano a 100 mila euro. Ad andare perduti sono stati elettrodomestici e arredi delle comunità residenziali, vestiti, attrezzature degli uffici e impianti. «La situazione è complessa, le strutture inagibili sono due, compresi i seminterrati in cui tenevamo le attività laboratoriali», dice Benedetta Locatelli, presidente del Ceas. Per gli ospiti il disagio è forte: «Sentirsi a casa è importante per tutti e ancor di più per chi, come le persone che accompagniamo, ha bisogno di stabilità. Perdere i punti di riferimento aumenta il senso di incertezza», dice ancora la presidente.
Fondato da cardinale Carlo Maria Martini nel 1986, e per anni guidato da don Virginio Colmegna, il Ceas è un villaggio solidale che offre accoglienza e aiuto a 70 persone con diverse fragilità: mamme sole con i loro bambini, famiglie in emergenza abitativa, bambini e ragazzi, donne fragili, persone con disagio psichico e dipendenze. In 30 anni, grazie al lavoro di educatori professionali, medici, psichiatri e psicologi, infermieri e avvocati e con l’aiuto prezioso dei volontari che li affiancano, il Ceas ha aiutato migliaia di persone a ritrovare benessere e autonomia.
Per il Ceas le esondazioni del fiume Lambro sono purtroppo un problema ricorrente, in via di peggioramento a causa anche dei cambiamenti climatici. E se già nel 2014 il Centro aveva subito i danni di una grave alluvione, da inizio anno operatori e ospiti hanno dovuto evacuare gli spazi ben 8 volte, allertati dalla Protezione civile. «Questa situazione di continuo allarme mette a rischio il nostro servizio di tutela della persona nel suo benessere emotivo, psicofisico, relazionale e sociale», riprende Locatelli. «La nostra presenza al Parco Lambro è importante anche come presidio sociale, con il Comune penseremo a come far fronte alla situazione in maniera più stabile, e noi stessi riorganizzeremo gli spazi per limitare i danni di eventuali altre esondazioni. Intanto però la priorità è far rientrare gli ospiti in comunità, che è la loro casa. Facciamo appello alla solidarietà di tutti», chiude Locatelli.
È possibile sostenere il Ceas con una donazione tramite bonifico bancario (IBAN, IT 96 X 05018 01600 000000196920) o tramite Paypal (https://centroambrosianodisolidarieta.org/dona/).