La speranza di giovani musicisti che sfida la pandemia

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La creatività di 60 giovani artisti di 24 città del mondo sfida i limiti della pandemia: hanno organizzato il Nextus Festival, iniziativa on line che li vede suonare insieme nei fine settimana fino al 9 maggio in concerti che sono qualcosa di più di semplici dirette streaming. Un motivo di rinnovata fiducia in tempi difficili, come spiega il soprano Danae Eleni

Fausta Speranza – Città del Vaticano

60 artisti, 28 nazionalità, 24 città di diversi continenti: sono i numeri del Nextus Festival, che, dal 17 aprile al 9 maggio 2021, offre in ogni weekend musica on line. Un’iniziativa diversa da tante altre perché non si tratta di concerti registrati riproposti in streaming ma di un evento realizzato insieme.

La musica scommessa di speranza

In contatto da San Francisco a Istanbul, da Varsavia a Trieste, giovani musicisti durante il blocco causato dalla pandemia hanno deciso di creare qualcosa di unico: una sinergia internazionale che supera le differenze di lingua e cultura per offrire qualcosa dell’universalità della musica. Il prezzo dei biglietti varia a seconda del numero di eventi che si vuole seguire. E’ un prezzo basso e simbolico che può aiutare giovani musicisti in un momento difficilissimo in cui sono state chiuse le sale di concerti così come i teatri. Abbiamo intervistato una delle concertiste il soprano Danae Eleni, che vive a Varsavia e parla diverse lingue tra cui l’italiano:

Ascolta l’intervista con Danae Eleni

Innanzitutto Danae sottolinea il significato del nome scelto: Nextus Festival significa in italiano Il Festival vicino a noi. Danae, che è di nazionalità inglese, di origine greca, nata in Bahrein e che attualmente vive in Polonia, sottolinea il valore del carattere internazionale dell’iniziativa, spiegando che a parte alcune differenze tutti i giovani musicisti del mondo si sono ritrovati ad attraversare le stesse difficoltà per le chusure imposte dalla lotta al coronavirus. Il soprano afferma subito con semplicità che questa esperienza le ha dato speranza. In un tempo di difficoltà lavorative per tutto il comparto artistico – sottolinea – riuscire a realizzare questa proposta  attraverso la bellezza della musica assicura un piccolo introito agli artisti ma soprattutto dà l’opportunità di non stare fermi davvero. E in particolare – spiega – emerge tutto il valore universale della musica: non c’è problema di comprensione ma solo tanta bellezza che contagia portando speranza.

Un progetto da far sopravvivere oltre la pandemia

Danae spiega lo spessore assolutamente internazionale dell’iniziativa sottolineando come rappresenti anche una porta aperta, una eccezionale occasione di contatto, di scoperta di giovani colleghi in varie parti del mondo. E in questo senso spiega che la speranza è anche quella di vedere frutti di questi incontri anche dopo che l’emergenza pandemia sarà passata. Un frutto di bene tra tanto dolore e difficoltà per tutti. Nell’impossibilità di citare tutti gli artisti, ricorda alcuni di loro che sono anche impegnati personalmente a curare l’ufficio stampa e l’organizzazione del Festival: Olga Rodon dalla Spagna, Benjamin Hewat-Craw dalla Germania, Susanne Hehenberger dall’Austria, Myroslava Khomik dagli Stati Uniti. Gli stessi artisti infatti hanno ideato e curano tutto lo svolgimento degli eventi. 

 

 



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