Nel consueto appuntamento del post-Angelus, in occasione della festività di Ognissanti, papa Francesco torna a esprimere il suo pensiero sui conflitti armati che continuano a insanguinare diverse aree del pianeta. Il suo è un appello profondo e commosso, un invito alla riflessione e alla preghiera rivolto a tutti i fedeli. “La guerra è sempre una sconfitta, sempre! Ed è ignobile, perché è il trionfo della menzogna, della falsità.” Con queste parole, il Papa denuncia non solo la brutalità dei conflitti, ma anche il velo di falsità che spesso li avvolge e li giustifica.
Un appello per le popolazioni martoriate
Nel suo messaggio, Francesco esorta i presenti e tutti i fedeli a pregare “per la martoriata Ucraina”, ma non solo: il suo pensiero va anche alla Palestina, a Israele, al Libano, al Myanmar, al Sud Sudan, e a tutti i popoli che soffrono per le guerre. L’appello del Papa si inserisce in un contesto di continue violenze, alimentate da tensioni politiche, interessi economici e, soprattutto, dalla dolorosa ricerca di dominio. Ogni territorio flagellato dalla guerra, sottolinea Francesco, racconta storie di innocenti colpiti, di famiglie spezzate, di vite distrutte.
La sofferenza degli innocenti: “E soffrono gli innocenti!”
Tra le parole più toccanti dell’intervento, il Papa si sofferma sulla sofferenza degli innocenti, coloro che subiscono le conseguenze più gravi della guerra senza averne mai scelto le cause. “Ad essere ricercato”, prosegue, “è il massimo interesse per sé e il massimo danno per l’avversario, calpestando così vite umane, ambiente, infrastrutture, tutto; e tutto mascherato di menzogne”. Le parole del Papa sono un’accusa contro l’ipocrisia che pervade i conflitti armati, in cui l’ideale di giustizia viene strumentalizzato per giustificare violenze insensate. In questo contesto, Francesco richiama anche l’attenzione sulle vittime recenti di Gaza, ricordando i “153 donne e bambini massacrati nei giorni scorsi”, per dare voce a chi troppo spesso viene dimenticato.
Solidarietà al popolo del Ciad
Ma il richiamo alla pace e alla vicinanza non si ferma qui. Papa Francesco esprime anche la sua “vicinanza” al popolo del Ciad, devastato da una duplice tragedia. Da un lato, il paese è stato colpito da gravi alluvioni che hanno provocato perdite materiali e umane; dall’altro, è stato teatro di un drammatico attentato terroristico. In particolare, Francesco menziona l’episodio in cui l’esercito ciadiano, nel tentativo di colpire i jihadisti di Boko Haram, ha per errore ucciso decine di pescatori. Questo drammatico errore si inserisce in un contesto già segnato dalla violenza, in cui un attacco recente del gruppo terroristico contro una base militare ha causato 40 morti.
Un messaggio di speranza e di pace
Nelle parole di Papa Francesco risuona, ancora una volta, l’invito alla preghiera e alla solidarietà. È un appello che vuole raggiungere i cuori di tutti, un richiamo a ricordare che dietro ogni conflitto ci sono volti, famiglie, innocenti. Il Papa ci ricorda che solo nella verità e nella pace l’umanità potrà ritrovare una via di speranza.
Di seguito il testo integrale dell’Angelus in occasione della festa di Ognissanti.
Oggi, Solennità di Tutti i Santi, nel Vangelo (cfr Mt 5,1-12) Gesù proclama la carta d’identità del cristiano. E qual è la carta d’identità del cristiano? Le Beatitudini. È una carta di identità nostra, e anche la via della santità (cfr Esort. ap. Gaudete et exsultate, 63). Gesù ci mostra un cammino, quello dell’amore, che Lui stesso ha percorso per primo facendosi uomo, e che per noi è ad un tempo dono di Dio e nostra risposta. Dono e risposta.
È dono di Dio, perché, come dice San Paolo, è Lui che santifica (cfr 1 Cor 6,11). E per questo è prima di tutto al Signore che noi chiediamo di farci santi, di rendere il nostro cuore simile al suo (cfr Lett. enc. Dilexit nos, 168). Con la sua grazia Lui ci guarisce e ci libera da tutto ciò che ci impedisce di amare come Lui ci ama (cfr Gv 13,34), così che in noi, come diceva il Beato Carlo Acutis, ci sia sempre «meno io per lasciare spazio a Dio».
E questo ci porta al secondo punto: la nostra risposta. Il Padre dei cieli, infatti, ci offre la sua santità, ma non ce la impone. La semina in noi, ce ne fa sentire il gusto e vedere la bellezza, ma poi aspetta la nostra risposta. Lascia a noi la libertà di seguire le sue buone ispirazioni, di lasciarci coinvolgere dai suoi progetti, di fare nostri i suoi sentimenti (cfr Dilexit nos, 179), mettendoci, come Lui ci ha insegnato, al servizio degli altri, con una carità sempre più universale, aperta e rivolta a tutti, al mondo intero.
Tutto questo lo vediamo nella vita dei santi, anche nel nostro tempo. Pensiamo, ad esempio, a San Massimiliano Kolbe, che ad Auschwitz chiese di prendere il posto di un padre di famiglia condannato a morte; o a Santa Teresa di Calcutta, che spese la sua esistenza al servizio dei più poveri tra i poveri; o al Vescovo Sant’Oscar Romero, assassinato sull’altare per aver difeso i diritti degli ultimi contro i soprusi dei prepotenti. E così possiamo fare la lista di tanti santi, tanti: quelli che veneriamo sugli altari e altri, che a me piace chiamare i santi “della porta accanto”, quelli di tutti i giorni, nascosti, che portano avanti la loro vita cristiana quotidiana. Fratelli e sorelle, quanta santità nascosta c’è nella Chiesa! Riconosciamo tanti fratelli e sorelle plasmati dalle Beatitudini: poveri, miti, misericordiosi, affamati e assetati di giustizia, operatori di pace. Sono persone “piene di Dio”, incapaci di restare indifferenti ai bisogni del prossimo; sono testimoni di cammini luminosi, possibili anche per noi.
Domandiamoci adesso: io chiedo a Dio, nella preghiera, il dono di una vita santa? Mi lascio guidare dai buoni impulsi che il suo Spirito suscita in me? E mi impegno in prima persona a praticare le Beatitudini del Vangelo, negli ambienti in cui vivo?
Maria, Regina di tutti i Santi, ci aiuti a fare della nostra vita un cammino di santità.
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Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Esprimo la mia vicinanza al popolo del Ciad, in particolare alle famiglie delle vittime del grave attentato terroristico di alcuni giorni fa, come pure a quanti sono stati colpiti dalle alluvioni. E a proposito di queste catastrofi ambientali, preghiamo per le popolazioni della penisola iberica, specialmente della comunità valenciana, travolte dalla tempesta “DANA”: per i defunti e i loro cari, e per tutte le famiglie danneggiate. Il Signore sostenga chi soffre e chi porta soccorso. La nostra vicinanza al popolo di Valencia.
Saluto con affetto tutti voi, pellegrini dei vari Paesi, famiglie, gruppi parrocchiali, associazioni e scolaresche. In particolare i fedeli provenienti da Rignac (Francia).
E saluto i partecipanti alla “Corsa dei Santi”, organizzata dalla Fondazione Missioni Don Bosco. Cari amici, anche quest’anno ci ricordate che la vita cristiana è una corsa, ma non come corre il mondo, no! È la corsa di un cuore che ama! E grazie del vostro sostegno alla costruzione di un centro sportivo in Ucraina.
Preghiamo per la martoriata Ucraina, preghiamo per la Palestina, Israele, il Libano, il Myanmar, il Sudan, e per tutti i popoli che soffrono per le guerre. Fratelli e sorelle, la guerra è sempre una sconfitta, sempre! Ed è ignobile, perché è il trionfo della menzogna, della falsità: si cerca il massimo interesse per sé e il massimo danno per l’avversario, calpestando vite umane, ambiente, infrastrutture, tutto; e tutto mascherato di menzogne. E soffrono gli innocenti! Penso alle 153 donne e bambini massacrati, nei giorni scorsi a Gaza.
Domani sarà l’annuale Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Chi può in questi giorni va a pregare sulla tomba dei propri cari. Anch’io domani mattina andrò a celebrare la Messa nel Cimitero Laurentino di Roma. Non dimentichiamolo: l’Eucaristia è la più grande e la più efficace preghiera per le anime dei defunti.
Auguro a tutti una buona festa in compagnia dei Santi. Saluto tutti voi, saluto i ragazzi dell’Immacolata che sono bravi! E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buona festa! Buon pranzo e arrivederci.