Amici di nostro figlio, tra i 16 e i 19 anni, ogni sabato si ubriacano. La vita in paese non offrirà molti divertimenti e in Friuli il consumo di alcol è sempre stato alto. Ma come genitori ci preoccupiamo per questo disastro. Per fortuna, lui non ha mai dato segnali di abuso di alcolici. Non esagera mai e in compagnia beve soltanto bibite. Le chiedo, è un problema molto diffuso?
AGNESE
Cara Agnese, i dati globali sul consumo d’alcol sono abbastanza confortanti. Pochi giorni fa, Franca Beccaria, un’esperta internazionale che da trent’anni si occupa del tema, segnalava che le ricerche più recenti indicano un decremento costante dell’uso di alcolici da parte dei giovani (11- 24 anni) a livello europeo, Italia compresa.
Il trend è in diminuzione soprattutto nella fascia 11-17 anni, grazie alla diffusione di stili di vita più salutari e a una de-normalizzazione del bere.
Se prima essere astemio implicava il rischio di esclusione dal gruppo, oggi i ragazzi sembrano avere in buona parte abbandonato la cultura tradizionale del bere alcolici, associata a forza, tenuta, trasgressione. Non dimentichiamo che negli anni Settanta in Italia il consumo pro capite di alcol era il triplo di oggi! Per i maggiorenni, poi, i rischi della guida in stato di ebbrezza sono un valido deterrente.
Se quindi un eccessivo allarmismo non è fondato, occorre comunque riflettere sul senso di ubriacarsi per gli amici di tuo figlio. Bene se tenete aperta la comunicazione con il vostro ragazzo in modo pacato, cercando di ascoltare anziché dare giudizi. Penso, poi, che la comunità stessa del paese, attraverso il Comune, la parrocchia, la scuola e le altre agenzie sociali, dovrebbe interrogarsi su che cosa i giovani del posto possono trovare come fonte di aggregazione e sano divertimento.