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Israele pronto a occupare Gaza. Annunciata una massiccia operazione militare


Si profila un nuovo, anche se non immediato, esteso intervento israeliano nella Striscia. Ad annunciarlo ieri, il primo ministro Netanyahu. Una notizia che ha messo in allarme le famiglie degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Intanto, si fa sempre più incandescente anche il fronte con lo Yemen, colpito da un violento raid

Paola Simonetti – Città del Vaticano

Israele è determinato a aumentare la pressione su Hamas: un nuovo piano militare è già pronto per una invasione massiccia su Gaza. Lo ha reso noto ieri, lunedì 5 maggio, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, precisando che non sarà immediata: si attenderà la visita del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nella regione in programma dal 13 al 16 maggio. Previsti lo sfollamento di centinaia di migliaia di civili dal nord e dal centro verso sud e, promette Netanyahu, la distribuzione di aiuti umanitari, almeno quelli essenziali e sotto stretto controllo, un piano che distinguerebbe tra Hamas e civili. La distribuzione avverrebbe, secondo quanto annunciato, attraverso società private, probabilmente americane. 

La preoccupazione sul capitolo ostaggi 

Il nuovo piano militare israeliano su Gaza, ha innalzato la tensione nel paese fra i familiari dei sequestrati ancora nelle mani di Hamas, famiglie che hanno protestato davanti alla sede del Knesset, il parlamento israeliano, e chiesto ai riservisti di rifiutarsi di combattere. I vertici militari sono stati così costretti a chiarire: “l’espansione dell’operazione è ampia ma limitata ed esclude le aree dove si ritiene che siano prigionieri i sequestrati”.  

L’escalation militare in Yemen

Israele, intanto, intensifica i suoi attacchi anche contro gli Houti nello Yemen: ieri due le vittime di un raid contro una fabbrica ad Hodeida, che ha visto distrutto anche il porto locale. Un’aggressione che Hamas ha definito un “brutale crimine di guerra”. Gli Houthi hanno già promesso vendetta: “L’attacco è un crimine efferato che non passerà inosservato. Il sangue dei civili e dei lavoratori – ha comunicato sui social un alto esponente del movimento libanese-sarà il carburante per una risposta imminente, dolorosa e sorprendente”. Colpito nelle ultime ore anche il Libano: le forze di difesa israeliane hanno preso di mira le infrastrutture un sito di produzione e stoccaggio di “armi strategiche” di Hezbollah nella zona della valle della Beqaa. 

 

 



Dal sito Vatican News

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