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Influenza, picco in arrivo. Ecco come curarvi a casa (senza correre al Pronto soccorso)

di Nicoletta L. Bagliano

L’influenza anche quest’anno non perdona e il picco è previsto nei prossimi dieci giorni. Dopo la flessione della scorsa settimana dovuta alla chiusura delle scuole per le feste, i contagi sono in netto aumento, specie tra i giovani adulti e gli anziani. Secondo il rapporto RespiVirNet (https://www.epicentro.iss.it/influenza/respinews#vir) dell’Istituto superiore di sanità (Iss), negli ultimi sette giorni gli italiani colpiti dal virus dell’Australiana sono stati 667 mila, portando il totale dei malati a 5,8 milioni in tutto il Paese (le regioni più “sofferenti” sono Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia e la provincia di Bolzano). A complicare la situazione si aggiungono anche i virus parainfluenzali, con sintomi tutt’altro che trascurabili, che spesso si sovrappongono confondendo le acque e aumentando la preoccupazione in famiglia, specialmente se ci sono bambi piccoli o persone over 70.

«Chi ha fatto il vaccino può presentare ugualmente i sintomi, ma in forma più lieve; chi non la ha fatto… se ne ricordi l’anno prossimo! Ora potrebbe essere tardi (dato che sono necessari circa 10 giorni perché si attivi in modo efficace). È importante soprattutto per i soggetti fragili e gli anziani, così come il richiamo del vaccino anti-Covid, che fanno in pochi. Il Sars-Cov-2 è ancora in circolazione e non va preso sotto gamba»: sono le raccomandazioni di Fabrizio Pregliasco, professore di Igiene all’Università degli Studi di Milano, direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano e direttore scientifico dell’Osservatorio virus respiratori (www.virusrespiratori.it). A lui abbiamo posto le 10 domande più comuni sull’allarme influenza. Ecco che cosa ci ha risposto.

  1. Come faccio a capire se è “vera” influenza?

L’influenza fa da “ombrello” a tante manifestazioni diverse. Per poter essere sicuri di esserne colpiti devono essere presenti tre elementi: rialzo febbrile oltre i 38 gradi, almeno un sintomo respiratorio e almeno un sintomo sistemico, come per esempio dolori muscolari o malessere generale.

  1. Quali farmaci posso usare?

I medicinali di automedicazione, quelli contraddistinti dal bollino rosso sulla confezione, acquistabili in farmacia senza ricetta medica. I principi attivi a disposizione sono molti: dagli antinfiammatori agli antipiretici ai prodotti antitosse. L’importante è farne un uso responsabile, con l’obiettivo di attenuare i sintomi influenzali (infatti non curano di certo il virus!), ma non di azzerarli, per riuscire a monitorare la malattia nel corso del tempo, osservandone l’andamento.

  1. Se ho un antibiotico in casa lo prendo?

Assolutamente no. L’influenza è una malattia virale, quindi l’antibiotico non è efficace per combatterla. Utilizzarlo ugualmente favorisce, al contrario, la resistenza a questo tipo di farmaco.

  1. La febbre va abbassata sempre?

No, perché il rialzo della temperatura corporea è una forma di difesa dell’organismo e perciò non va ostacolata in ogni caso. Quando supera i 38 gradi allora sì, è consigliato l’antipiretico.

  1. A chi chiedo un parere per non sbagliare?

In primis al farmacista, che è in grado di consigliare la persona, anche in base al suo quadro clinico. Solo successivamente, se la situazione non migliora, il riferimento è ovviamente il medico di base.

  1. Quando vado dal medico?

Se i sintomi non migliorano dopo 3-4 giorni (oppure se migliorano subito ma in seguito c’è un nuovo peggioramento), meglio rivolgersi al medico di base. Solo lui, infatti, dopo una visita accurata potrà stabilire la terapia adatta al caso e, se ritiene che sia sopraggiunta una sovrainfezione batterica, prescrivere l’antibiotico

  1. Quali e quanti virus ci sono in circolazione?

Sono davvero tanti: quest’inverno ne sono stati registrati ben 262. I principali, oltre a quello influenzale, sono il virus respiratorio sinciziale e il Metapneumovirus. Poi c’è la grande famiglia degli Enterovirus, che danno origine a una serie di sintomi di tipo gastrointestinale, come nausea, vomito e dissenteria.

  1. Se prendo i farmaci posso uscire lo stesso?

La risposta è no. L’influenza non va mai sottovalutata. Quindi, anche se i sintomi iniziano a migliorare grazie ai farmaci, non è il caso di andare in giro. Per proteggere gli altri, prima di tutto. E poi per non peggiorare la propria condizione clinica. Meglio stare in casa al caldo, a riposo (anche se non necessariamente a letto), a tavola seguire un’alimentazione leggera e soprattutto idratarsi. Bere molto acqua è importante, soprattutto per gli anziani che sentono meno lo stimolo della sete. Se si ha nausea fare piccoli sorsi frequenti. In alternativa anche tè caldo e tisane vanno bene.

  1. Faccio il tampone anti-Covid?

Il tampone rinofaringeo è una precauzione in più, non sempre necessaria. Ha senso farlo, però, se si ha un soggetto fragile in famiglia. È invece utile nel caso di pazienti fragili (per esempio un malato oncologico o con una patologia cronica) e anziani: in questo caso, anche solo in presenza di un raffreddore, il tampone andrebbe fatto.

  1. In quali casi è meglio andare al Pronto soccorso?

In ospedale è consigliato andare, specialmente se si è un soggetto fragile, solo in caso di evidenti difficoltà respiratorie con un incremento della frequenza cardiaca. Altrimenti l’influenza è gestibile a casa propria e si risolve nell’arco di una settimana-dieci giorni.





Dal sito Famiglia Cristiana

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