Inviata a tutti i membri del Consiglio mondiale delle Chiese, l’orazione invoca l’azione dello Spirito Santo su coloro i quali sono stati chiamati a scegliere il nuovo vescovo di Roma. Frère Matthew: “Tutto nasce dalla richiesta di una pastora battista di Parigi. Una sorpresa inaspettata”
Federico Piana – Città del Vaticano
Tutto ha avuto inizio quando una pastora battista di Parigi ha inviato una email alla comunità cristiana monastica ecumenica internazionale di Taizé all’indomani dei funerali di Papa Francesco. “Questa donna, a nome della Federazione protestante francese, ha chiesto alla nostra comunità di preparare una preghiera ecumenica per sostenere i cardinali riuniti in Conclave. Una grande sorpresa, inaspettata”. Detto, fatto. Frère Matthew, priore di Taizé, non se l’è fatto ripetere due volte e ha vergato un’orazione inviata a tutto il Consiglio mondiale delle Chiese, organismo che ha il compito di tenere vivo il dialogo tra le differenti Chiese cristiane.
Azione di speranza
La preghiera invoca la discesa dello Spirito Santo su coloro i quali è stata affidata la responsabilità di scegliere il nuovo vescovo di Roma e “chiede un cuore in ascolto, saggezza ed umiltà per tutti i cardinali e per tutti coloro che sono coinvolti nella preparazione del Conclave”. Segue, poi, un’invocazione che richiama alla collaborazione e alla solidarietà senza confini: Signore “rinnova sempre la nostra speranza e benedici colui che chiamerai ad essere un servitore dell’unità tra il tuo popolo e un testimone di speranza e di pace nella famiglia umana, attento agli umili e ai bisognosi, perché il tuo Regno appartiene a loro”.
Frutto concreto
La convinzione di frère Matthew è che questa preghiera per il Conclave rappresenti uno dei tanti frutti concreti di “Together”, la veglia ecumenica presieduta il 30 settembre del 2023 da Papa Francesco in piazza San Pietro alla vigilia della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. «Quell’evento – spiega il priore in una conversazione con i media vaticani – ha avuto un grande impatto per i cristiani di diverse Chiese che hanno preso a cuore l’invito di Francesco a pregare insieme: era la prima volta che un Pontefice chiedeva a dei cristiani di differenti confessioni un’orazione comune per un avvenimento cattolico”. Ed è proprio nel solco tracciato da Francesco che in questi giorni si è sentita la necessità di tutte le Chiese cristiane di sostenere i lavori del Conclave con un’orazione che fosse condivisa: “Nel Consiglio mondiale delle Chiese di Ginevra si è recitata la mia preghiera che è stata poi diffusa su internet. Anche la Federazione luterana mondiale ha fatto lo stesso perché, in fondo, questo Conclave coinvolge tutto il popolo di Dio e ci spinge a chiedere l’intervento dello Spirito Santo”.
Toccare i cuori
Ma se questa concordanza di intenti sul Conclave si è resa possibile, argomenta frère Matthew, è grazie proprio “all’umiltà di Papa Francesco che ha saputo toccare i cuori dell’intera famiglia cristiana che già vive un mistero di comunione che è rappresentato dalla Chiesa. Senza la sua testimonianza penso che le cose, oggi, si sarebbero svolte in modo completamente differente. È chiaro: per la piena unità visibile c’è ancora un lungo cammino da compiere ma possiamo già pregare gli uni per gli altri invocando lo stesso Spirito Santo”.
Fiducia piena
Il priore della Comunità di Taizé è pienamente consapevole che alla fine Dio concederà alla Chiesa il vescovo di Roma di cui essa ha bisogno: “Ho fiducia che ciò accadrà come sono fiducioso che il processo sinodale, per il quale Francesco ha annunciato l’Assemblea ecclesiale per seguirne gli sviluppi fino al 2028, certamente non si interromperà”.
Nella preghiera di sostegno ai cardinali riuniti in Conclave nella Cappella Sistina c’è spazio anche per il ricordo di coloro i quali sono stati al centro del ministero di Papa Francesco, i poveri, i migranti, gli ultimi, i diseredati e si chiede l’intervento dello Spirito Santo anche per “la Chiesa d’Inghilterra e l’intera Comunione anglicana, per il processo di nomina della persona chiamata a servire come Arcivescovo di Canterbury e per tutti coloro che oggi svolgono la missione di evangelizzazione all’interno di questa Chiesa”.