Nuovo appello di Francesco all’udienza generale, alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato promossa dall’Onu: “Gli Stati si adoperino ad assicurare condizioni umane e a facilitare i processi di integrazione”. Il Pontefice invita ancora una volta a pregare per i Paesi segnati dai conflitti: “Preghiamo per Ucraina, Terra Santa, Sudan, Myanmar e ovunque si soffre per la guerra, una sconfitta dall’inizio”. Un saluto al popolo cinese “nobile e coraggioso”
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Un invito, un appello, un saluto. L’invito a “promuovere, accompagnare e integrare” i rifugiati che bussano alle nostre porte, alla vigilia della Giornata Mondiale a loro dedicata. L’appello a continuare a pregare per la pace nei territori lacerati dalla guerra, “una sconfitta dall’inizio”. Il saluto al popolo cinese “nobile” e “coraggioso”. Lo sguardo del Papa, al termine dell’udienza generale, è fisso sul foglio bianco ma si amplia al mondo intero.
Accogliere, promuovere, accompagnare e integrare
In Piazza San Pietro, Francesco – terminata la catechesi sul tema dello Spirito Santo e della preghiera – nei saluti in lingua italiana ricorda che domani, 20 giugno, ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato, appuntamento annuale promosso dalle Nazioni Unite per riconoscere la forza, il coraggio e la perseveranza di milioni di persone costrette a fuggire nel mondo a causa di guerre, violenza, persecuzioni, violazioni dei diritti umani.
Proprio pensando a questa gente – alla luce anche delle recenti tragedie nel Mediterraneo con il ribaltamento di una barca alle coste della Calabria che ha provocato oltre 60 dispersi (26 bambini) e un naufragio con dieci morti a sud di Lampedusa -, Jorge Mario Bergoglio esprime la speranza che la ricorrenza di domani “possa essere l’occasione per rivolgere uno sguardo attento e fraterno a tutti coloro che sono costretti a fuggire dalle loro case, in cerca di pace e di sicurezza”. Francesco ripete quindi i quattro verbi predicati da anni come strada per affrontare l’emergenza migratoria.
Siamo tutti chiamati ad accogliere, promuovere, accompagnare e integrare quanti bussano alle nostre porte. Prego affinché gli Stati si adoperino ad assicurare ai rifugiati condizioni umane e a facilitare i processi di integrazione
La guerra, una sconfitta fin dall’inizio
Al tema della migrazione si intreccia drammaticamente quello della guerra. Come sempre in ogni occasione pubblica, Papa Francesco chiede alle migliaia di fedeli in Piazza San Pietro e quelli collegati da tutto il mondo di non stancarsi di pregare per la pace e per le popolazioni che, tra bombardamenti, raid, fame, violenze di vario genere, la vedono solo come un miraggio.
Continuiamo a pregare per la pace. La guerra è sempre una sconfitta, dall’inizio. Preghiamo per la martoriata Ucraina, per la Terra Santa, il Sudan, il Myanmar e dovunque si soffre per la guerra, preghiamo tutti i giorni per la pace
La preghiera a don Michał Rapacz, martire del comunismo
E per la pace il Papa ha chiesto l’intercessione di don Michał Rapacz, il giovane sacerdote polacco martire del comunismo, beatificato a Cracovia lo scorso 15 giugno. Nel saluto ai pellegrini polacchi, sempre all’udienza generale, ricordando il nuovo beato ha chiesto che “la sua testimonianza diventi un segno di consolazione da parte di Dio, in questi tempi segnati dalle guerre”.
Il suo esempio ci insegni ad essere fedeli a Dio, a rispondere al male con il bene, a contribuire nell’edificazione di un mondo fraterno e pacifico. Beato don Michał, intercedi per la Polonia e per ottenere la pace nel mondo!
Il “nobile e coraggioso” popolo cinese
Infine, il pensiero del Papa va verso la Cina. Franceso saluta infatti gli “Amici del Cardinale Celso Costantini”, associazione dedicata al primo delegato apostolico in terra cinese. I membri hanno preso parte all’udienza generale di oggi in Piazza San Pietro, accompagnati dal vescovo di Concordia-Pordenone, Giuseppe Pellegrini. Domani si riuniranno alla Pontificia Università Urbaniana per un convegno in ricordo dell’arcivescovo Costantini, alla presenza anche del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, in occasione dei 100 anni dal Concilium Sinense di Shangai voluto e promosso proprio da Costantini. Per il Papa è l’occasione per rivolgere un saluto “al caro popolo cinese”.
Preghiamo sempre per questo popolo nobile, così coraggioso, che ha una cultura così bella