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Il Papa a San Giovanni in Laterano: “In ascolto di tutti, per apprendere e decidere insieme”

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Leone XIV prende possesso della Cathedra romana che dà inizio al suo ministero come Vescovo di Roma. Cerimonia solenne concelebrata con il vicario Reina, cardinali, vescovi, sacerdoti della Diocesi. Centinaia di fedeli a rendere omaggio al Pontefice. Nell’omelia cita Papa Luciani: “Ai romani dico: vi amo, desidero solo entrare al vostro servizio e metto a disposizione di tutti le mie povere forze, quel poco che ho e che sono”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

“Esprimo il desiderio e l’impegno di entrare in questo cantiere così vasto mettendomi, per quanto mi sarà possibile, in ascolto di tutti, per apprendere, comprendere e decidere insieme”

Papa Leone XIV parla dallo scranno più alto della Basilica Mater omnium Ecclesiarum, madre e capo di tutte le chiese della città e del mondo, San Giovanni in Laterano. È il luogo della Cathedra Romana, il seggio dove ogni Pontefice si siede per prendere possesso della Chiesa che è in Roma. Chiesa dalla grande storia, Chiesa radicata nella testimonianza di Pietro, di Paolo e di innumerevoli martiri. Oggi pomeriggio il 267.mo Pontefice della Chiesa universale inizia ufficialmente il suo ministero episcopale come pastore del popolo romano, in continuità con l’antica tradizione apostolica. E, mutuando le parole da Giovanni Paolo I, a cittadini dell’Urbe dice:

“Posso assicurarvi che vi amo, che desidero solo entrare al vostro servizio e mettere a disposizione di tutti le mie povere forze, quel poco che ho e che sono”


Papa Leone XIV a San Giovanni in Laterano   (@Vatican Media)

Il saluto ai fedeli fuori dalla Basilica

È un sole caldo quello che accompagna l’importante giornata e che si riflette sul sagrato della Basilica, dove il Papa arriva in anticipo, di rientro dalla breve cerimonia al Campidoglio dove ha ricevuto l’omaggio della Città dal sindaco Roberto Gualtieri. Centinaia di persone, assiepate da ore dietro le transenne, accolgono con cori e grida l’arrivo nel mini van scuro del Pontefice che, affiancato come già in Piazza dell’Ara Coeli dal sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Edgar Peña Parra, si ferma per qualche istante a salutare i fedeli con la mano.

Poco dopo varca la Porta Santa. Ad attenderlo c’è il vicario generale per la Diocesi di Roma, il cardinale Baldo Reina. Sempre lui, insieme al Consiglio episcopale diocesano e quello dei parroci prefetti, concelebra con il Papa la Messa di insediamento. Concelebrano pure undici cardinali: Re, Müller, Arinze, Harvey, Fernández, Abril y Castillo, Krajewski, tra quelli che si vedono in prima fila.

Liturgia solenne

La liturgia è preceduta dalla recita dei misteri del Rosario e dai canti della Schola Cantorum e del coro della Diocesi di Roma. L’atmosfera è solenne per questo secondo – dopo la Messa di inizio pontificato – fondamentale evento per il ministero del nuovo Pontefice. Il suo ingresso avviene alcuni minuti prima delle 17: in processione, tra il profumo dell’incenso, i saluti ordinati delle due file di fedeli, gli scatti rubati dagli smartphone, il cartello di una suora del Perù, terra di missione di Papa Prevost. Seguono i riti di insediamento, poi le parole del cardinale vicario: “Come il vignaiolo che sorveglia dall’alto la vigna, così il vescovo è posto in posizione elevata per prestare sollecita attenzione al popolo che gli è affidato. Occupare la cattedra pastorale significa provvedere con amore al gregge di Cristo”, scandisce, “l’onore del pastore è l’onore di tutta la chiesa”. “Colui che è servo dei servi di Dio sarà davvero onorato quando a ciascuno sarà riconosciuto l’onore che gli aspetta”, dice ancora Reina.

Il Papa seduto sulla sua cattedra

Il Papa seduto sulla sua cattedra   (@Vatican Media)

L’applauso in Basilica

Subito dopo un applauso fragoroso e prolungato si eleva dalle navate quando Papa Leone, indossata la mitra, preso in mano il bastone pastorale, sale e si siede sulla sua cattedra. L’espressione è quella che il mondo sta iniziando a conoscere come caratteristica di quest’uomo chiamato dall’8 maggio a guidare la Barca di Pietro: sorridente, serena, con un accenno di commozione negli occhi protetti dagli occhiali da vista. Con una mano sul petto il Papa fa con il capo dei cenni di ringraziamento. Ancora il vicario Reina è il primo a compiere l’atto di obbedienza e filiale devozione, seguito da una rappresentanza della Diocesi di Roma, tra cui una famiglia con una bambina. Il Papa si piega in avanti per salutarla.

Tenerezza, sacrificio, ascolto

Un gesto di tenerezza, come quella tante volte richiamata da Papa Francesco quale caratteristica propria della Chiesa e che Leone XIV cita all’inizio della sua omelia: “La tenerezza, la disponibilità al sacrificio e quella capacità di ascolto che permette non solo di soccorrere, ma spesso di prevenire i bisogni e le attese, prima ancora che siano espresse. Sono tratti – dice Papa Leone – che ci auguriamo crescano ovunque nel popolo di Dio, anche qui, nella nostra grande famiglia diocesana: nei fedeli, nei pastori, in me per primo”.

La celebrazione nella Basilica lateranense

La celebrazione nella Basilica lateranense   (@VATICAN MEDIA)

Il cammino “impegnativo” della Diocesi

Il Pontefice snoda poi la sua riflessione a partire dalle letture della liturgia, in primis gli Atti degli Apostoli che, narrando di come la comunità di Antiochia ha affrontato la sfida dell’apertura al mondo pagano nell’annuncio del Vangelo, mostra che “la comunione si costruisce prima di tutto ‘in ginocchio’, nella preghiera e in un continuo impegno di conversione”. E soprattutto si costruisce con l’ascolto. Richiama, in tal senso, il “cammino impegnativo” che la Diocesi di Roma sta percorrendo in questi anni, “articolato su vari livelli di ascolto”: “Verso il mondo circostante, per accoglierne le sfide, e all’interno delle comunità, per comprendere i bisogni e promuovere sapienti e profetiche iniziative di evangelizzazione e di carità”.

È un cammino difficile, ancora in corso, che cerca di abbracciare una realtà molto ricca, ma anche molto complessa. È però degno della storia di questa Chiesa, che tante volte ha dimostrato di saper pensare “in grande”, spendendosi senza riserve in progetti coraggiosi, e mettendosi in gioco anche di fronte a scenari nuovi e impegnativi

Roma casa aperta e accogliente

Segno di tutto questo, afferma il Papa, è “il grande lavoro” con cui tutta la diocesi si sta prodigando per il Giubileo, nell’accoglienza e nella cura dei pellegrini e in innumerevoli altre iniziative. “Grazie a tanti sforzi, la città appare a chi vi giunge, a volte da molto lontano, come una grande casa aperta e accogliente, e soprattutto come un focolare di fede”, dice il Vescovo di Roma. E, come già alla sua prima apparizione dalla Loggia delle Benedizioni ma anche qualche ora prima al Campidoglio, ripete le parole di Sant’Agostino: “Cristiano con voi e Vescovo per voi”. “Vi chiedo di aiutarmi a farlo in uno sforzo comune di preghiera e di carità”, dice ai fedeli ricordando le parole di San Leone Magno:

Tutto il bene da noi compiuto nello svolgimento del nostro ministero è opera di Cristo; e non di noi, che non possiamo nulla senza di lui, ma di lui ci gloriamo, lui da cui deriva tutta l’efficacia del nostro operare

Papa Leone XIV

Papa Leone XIV   (@Vatican Media)

Le parole di Papa Luciani

Un’altra citazione conclude l’omelia del Papa, quella del beato Giovanni Paolo I che nella Messa di insediamento del 23 settembre 1978 salutava così la sua nuova famiglia diocesana: “San Pio X – diceva – entrando patriarca a Venezia, aveva esclamato in San Marco: ‘Cosa sarebbe di me, Veneziani, se non vi amassi?’. Io dico ai romani qualcosa di simile: posso assicurarvi che vi amo, che desidero solo entrare al vostro servizio e mettere a disposizione di tutti le mie povere forze, quel poco che ho e che sono”.

Il Pontefice fa sue queste parole ed esprime a tutti gli abitanti della Città Eterna “il desiderio di condividere con voi, nel cammino comune, gioie e dolori, fatiche e speranze”. Un altro applauso a segnare la conclusione dell’omelia.



Dal sito Vatican News

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