«Il Santo Padre ha espresso che in questo momento la questione del diaconato femminile non è matura e ha chiesto che non ci intratteniamo adesso su questa possibilità. La commissione di studio sul tema è giunta a delle conclusioni parziali che faremo pubblicare al momento giusto, ma continuerà a lavorare». Sul tema tanto discusso di ministeri alle donne il prefetto per la Congregazione della fede, che comunque giovedì 24 incontrerà chi vuole fargli delle proposte, ribadisce, ancora una volta, che il tema non è sul tavolo di discussione. Con una comunicazione verbale che, hanno assicurato al quotidiano briefing sui lavori dell’Assemblea, ha ricevuto numerosi appalusi, il cardinale Victor Manuel Fernandez ha assicurato che la questione del ruolo delle donne all’interno della Chiesa sta comunque molto a cuore a papa Francesco. «Il Santo Padre», ha detto, «è molto preoccupato per il ruolo delle donne nella Chiesa e, prima ancora della richiesta del Sinodo, ha chiesto al Dicastero per la Dottrina della Fede di esplorare le possibilità di uno sviluppo senza concentrarci sull’ordine sacro. Noi non possiamo lavorare in una direzione diversa, ma devo dire che sono pienamente d’accordo. Perché? Perché pensare al diaconato per alcune donne non risolve la questione dei milioni di donne della Chiesa. D’altra parte, noi non abbiamo ancora fatto alcuni passi che invece potremmo fare».
Cita degli esempi sul nuovo ministero del catechista per il quale il Dicastero per il Culto divino ha inviato una lettera alle Conferenze episcopali. «Lì ha proposto due forme diverse di configurare il ministero. Una era collegata alla guida della catechesi. Ma la seconda accoglieva quanto aveva detto il Papa in Querida Amazonia sulle catechiste che sostengono le comunità in assenza di preti, donne che sono in capo, guidano le comunità e svolgono diverse funzioni. Le Conferenze episcopali potevano accogliere questo secondo modo, ma pochissime lo hanno fatto». Eppure, aggiunge il cardinale, «questa proposta era possibile perché il Papa aveva spiegato nei suoi documenti che la potestà sacerdotale, collegata ai sacramenti, non necessariamente si esprime come potere o autorità, e che ci sono forme di autorità che non richiedono l’ordine sacro. Ma questi testi non sono stati recepiti».
Inoltre, aggiunge, anche l’accolitato, un tempo riservato ai fedeli laici di sesso maschile, a adesso aperto a tutti, «è stato concesso di fatto in piccola percentuale nelle diocesi, e molte volte sono i preti che non vogliono presentare donne al vescovo per questo ministero».
E no né un tema solo femminile ma, fa intendere il Prefetto, della considerazione del ruolo dei laici in generale tanto che anche il diaconato riservato ai maschi è stato accolto in poche diocesi del mondo. «E dove sono stati accolti», denuncia, «quante volte sono solo chierichetti ordinati? Questi pochi esempi ci fanno capire che affrettarsi a chiedere l’ordinazione di diaconesse non è oggi la risposta più importante per promuovere le donne».
Infine chiede che gli vengano inviate «testimonianze di donne che sono veramente a capo di comunità o che svolgono ruoli importanti di autorità. Non perché siano state imposte alle comunità, o come risultato di uno studio, ma perché hanno acquistato questa autorità sotto l’impulso dello Spirito di fronte ad un bisogno del popolo. La realtà è superiore all’idea. Questa è la linea di lavoro in questa tappa. Chiedo specialmente alle donne membri di questo Sinodo che aiutino a recepire, esplicitare e far pervenire al Dicastero diverse proposte, che possiamo ascoltare nel loro contesto, su possibili vie per la partecipazione delle donne alla guida della Chiesa». In ogni caso la riflessione continuerà, in particolare quella della Commissione presieduta dal cardinale Giuseppe Petrocchi» per cercare di arrivare, passo dopo passo, a qualcosa di concreto. E perché «si possa capire che non c’è niente nella natura della donna che impedisca che esse abbiano posti molto importanti per la guida delle Chiese. Quello che viene veramente dallo Spirito Santo non si potrà fermare».