Alexandre Dumas, 1802-1870
Il film francese di cui stasera va in onda su Canale 5 la seconda parte è l’ultima in ordine cronologico di tutta una serie di trasposizioni cinematografiche e televisive (ma anche fumetti e anime) del romanzo Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas (autore, tra gli altri, anche del ciclo sui Tre moschettieri),, scritto in collaborazione con Auguste Maquet, la cui pubblicazione a puntate iniziò nel 1844. Uno dei feuilleton (o romanzo di appendice), più celebri e letti, con una trama avventurosa, densa di personaggi, tradimenti, misteri, amore, vendetta, insomma tutti gli ingredienti che lo rendono ancora oggi uno dei classici più amati, anche se per Umberto Eco “è senz’altro uno dei romanzi più appassionanti che siano mai stati scritti e d’altra parte è uno dei romanzi più mal scritti di tutti i tempi e di tutte le letterature.”

La prima edizione italiana
La trama del romanzo
Il libro ha come protagonista Edmond Dantès, un giovane marinaio di diciannove anni, primo ufficiale di bordo della nave commerciale Le Pharaon, che sbarca a Marsiglia per sposare il giorno successivo Mercedes, la sua bella fidanzata catalana. Tradito da amici invidiosi della sua fortuna, viene denunciato come cospiratore “bonapartista” e rinchiuso in una cella del Castello d’If, al largo di Marsiglia. Qui riesce a sopravvivere alla disperazione grazie all’amicizia con un compagno di prigionia, l’abate Faria, che in punto di morte gli rivela dove si trova un grande tesoro. Dopo 14 anni di prigionia Dantès riesce a evadere, e recupera il tesoro sull’isola di Montecristo. Dopo altri nove anni di viaggi avventurosi, ricco e potente ritorna in Francia sotto mentite spoglie, fino ad assumere il nome di conte di Montecristo. Il suo scopo è quello di vendicarsi di tutti coloro che lo hanno tradito e fungere da benefattore per quei pochi amici che gli erano restati fedeli.

Richard Harris nei panni dell’abate Faria nel film del 2002 diretto da Kevin Reynolds
Sul grande schermo
La lunga storia cinematografica di Il Conte di Montecristo inizia nel 1922 con un film americano muto con John Gilbert. Il primo lungometraggio francese è invece del 1929, diretto da Henri Fescourt, con Jean Angelo nel ruolo del protagonista. Il romanzo prende le “parola” nel 1934 con Robert Donat nel ruolo di Dantès e nel 1954 “si colora” per la regia di Robert Vernay, con Jean Marais protagonista. Nel mezzo e subito dopo le versioni cinematografiche sono numerose e non sempre memorabili. Poi il cinema per quasi oltre 30 anni sembra dimenticarsi del Conte fino al 2002, quando il regista Kevin Reynolds dirige un nuovo film, con Jim Caviezel (che due anni dopo diede il volto a Gesù in The passion di Mel Gibson), e Richard Harris nei panni dell’ Abate Faria, una versione che però omette alcuni personaggi chiave e cambia il finale.

Pierre Niney e Pierfrancesco Favino nel film francese del 2004
Il film di Canale 5
Ed ecco arrivati a oggi, con il kolossal uscito in Francia il 28 giugno e ora trasmesso in Italia su Canale 5. Diretto da Matthieu Delaporte e Alexandre De La Patellière, ha come protagonista nei panni di Edmond Dantès Pierre Niney, premiato con un César come miglior attore per il biopic-cult Yves Saint Laurent. Nel cast, di particolare rilievo la partecipazione di Pier Francesco Favino, chiamato a interpretare l’Abate Faria, prete, letterato, poliglotta, dedito alle scienze, arrestato e rinchiuso nel Castello d’If. Scavando una galleria, l’abate finisce nella cella dove è segregato Dantès, ormai 36enne, cui insegnerà latino e greco, e svelerà il nascondiglio del tesoro dei suoi avi: due milioni di scudi romani, celati sull’isola di Monte-Cristo, non lontano dall’Elba.

Gerard Depardieu e Ornella Muti nella serie tv del 1998
Sul piccolo schermo
Un romanzo così complesso e articolato si è reso particolarmtne adatto per versioni televisive in più puntate. A partire dallo sceneggiato in bianco e nero della Rai del 1966 diretto da Edmondo Fenoglio si lanciò la carriera dell’allora giovanissimo Andrea Giordana. Mentre nel 1975 è Richard Chamberlain (poi diventato famoso per Uccelli di rovo) a vestire i panni del protagonista, per la regia di David Green. Ugo Gregoretti propose una sua versione attualizzata e ambientata a Napoli nel 1996, con protagonuista Corso Salani, e in cui appare anche Alessio Boni in uno dei suoi primi ruoli televisivi. Appena due anni dopo fu la volta di una grande produzione con Gerard Depardieu e Ornella Muti, diretta da Josée Dayan. Depardieu aveva vent’anni di troppo per essere davvero credibile, almeno nella prima parte, ma Depardieu, grazie alla sua versatilità e presenza scenica, nella sua carriera si è potuto permettere ogni tipo di ruolo. Più telenovela che trasposizione fedele, per valorizzare Ornella Muti al suo personaggio è stato dato uno spazio assai più importante rispetto a quello del romanzo. Non è mancata nemmeno una serie anime dello studio Gonzo (2004, rivisitata in visionaria chiave fantastica).

Sam Claflin e Jeremy Irons nella serie tv in otto puntaate su Rai 1 dal 13 gennaio
prossimamente su Rai 1
Grandi aspettative per la coproduzione franco-italiana diretta da Billie August (che già aveva diretto nel 1998 una versione cinematografica di un altro grande romanzo francese, I miserabili) e scritta da Greg Latter e Sandro Petraglia, che andrà in onda su Rai 1 dal 13 gennaio in otto puntate. Dantès ha il volto dell’attore inglese Sam Clafin, non molto noto in Italia (lo ricorderete per alcuni ruoli atletici nella serie di Pirati nei Caraibi e Hunger Games), mentre la star è Jeremy Irons (l’abate Faria), che non ha bisogno di presentazioni e di cui potrete leggere l’intervista rilasciata a Famiglia Cristiana sul n. 2 in edicola da giovedì 9 gennaio . Nel cast diversi attori italiani, tra cui Michele Riondino, Lino Guanciale e Gabriella Pession.