A volte la realtà fa bene allo spirito. E spesso diventa il punto di partenza per un film. “Tratto da una storia vera” è spesso uno slogan abusato, ma in molti casi è reale e funziona.
È il caso di Il bambino di cristallo di Jon Gunn, regista specializzato in vicende dai temi edificanti e sfumature religiose. Si concentra sulla quotidianità di una famiglia speciale. Lui conosce lei in un negozio dove fa la commessa. Escono insieme, si innamorano, nascono dei bambini. Uno di loro è autistico, e ha una rara malattia (l’osteogenesi imperfetta, una malattia genetica che fa sì che le sue ossa particolarmente fragili si spezzino per un nonnulla) che lo rende più fragile degli altri.
È l’inizio di un percorso complesso, a cui la coppia deve dedicarsi quasi completamente. Ma lui è un uomo troppo dedito alla bottiglia.
Il bambino di cristallo esprime buoni sentimenti ed esalta il valore della famiglia, soprattutto quando la vita mette alla prova. Con l’amore si scalano anche le montagne più alte, e si affrontano le sfide più dure. E anche la disabilità, nella sua ccezione più ampia, può diventare un’occasione di cerscita per tutti, in particolare per chi non ne ha nessuna.
Jon Gunn trova la misura giusta, si affida a contenuti universali, e inserisce molta ironia per alleggerire una vicenda straziante.Da sottolineare l’interpretazione di Zachary Levy, attore alto oltre un metro e novanta e noto come il supereroe comico di Shazam!: davvero commovente.
Nelle sale da giovedì 27 marzo.
IL BAMBINO DI CRISTALLO
Regia di Jon Gunn, con Zachary Levi, Meghann Fahy, Jacob Laval, Patricia Heaton, Drew Powell.