I vescovi del Perù: no ad abusi, i vaccini anti-Covid siano per tutti

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La Conferenza episcopale peruviana esprime la propria indignazione per gli abusi commessi da alcune autorità statali riguardo ai vaccini anti Covid-19. Non è possibile che appartenenti alle categorie più a rischio continuino a morire, affermano, “mentre un gruppo insensibile di persone cerca i propri interessi”.
I presuli invitano quindi a combattere tutti insieme, con spirito di solidarietà, la pandemia

Isabella Piro – Città del Vaticano

Ha destato indignazione, in Perù, la notizia che alcuni funzionari statali, insieme ai loro familiari, avrebbero già ricevuto la vaccinazione anti-Covid, non rispettando la precedenza da dare alle categorie più a rischio. Lo scandalo ha portato alle dimissioni di alcuni ministri e alla decisione del governo di avviare un’indagine ufficiale. Dura la posizione della Conferenza episcopale nazionale (Cep) che, in una nota, definisce “riprovevole” l’accaduto, bollando la vaccinazione dei funzionari statali come un atto “egoistico”, “contrario agli interessi del Paese, al bene comune e all’obbligo di prendersi cura dei più bisognosi e di coloro che sono in prima linea nella lotta alla pandemia”. In Peru’ il coronavirus ha provocato, ad oggi, 1,25 milioni di casi totali ed oltre 44mila decessi.

Gli abusi, volto della corruzione e della crisi etica del Paese

Rifiutando categoricamente ogni “uso improprio dei vaccini” ed ogni “abuso” nella loro somministrazione, i vescovi notano poi, con rammarico, quanto tutto questo “mostri un nuovo volto del mostro della corruzione e della crisi etica e dei valori che impedisce l’autentica realizzazione della giustizia e dello sviluppo nazionale”. Con “indignazione”, dunque, i presuli ribadiscono che “non è possibile che medici, infermieri, poliziotti, funzionari pubblici e tanti altri volontari continuino a morire, mentre un gruppo insensibile di persone cerca i propri interessi”. Di qui l’auspicio della Cep affinché simili episodi siano oggetto delle dovute indagini e sanzioni, “in modo che l’impunità non abbia più spazio tra i peruviani”. Solo così, si legge nella nota, il Paese potrà “finalmente lavorare in unità e trasparenza per sconfiggere questa pandemia”.

L’invito alla conversione personale 

Dai vescovi del Perù arriva anche il richiamo alla necessità di “una programmazione che venga rispettata da tutti e senza preferenze”, così da “garantire una corretta distribuzione e somministrazione dei vaccini”, dando la priorità a “coloro che sono in prima linea, la cui quota di sacrificio ed eroismo è stata molto elevata”. Al contempo, la Cep esorta ad “una continua conversione personale”, affinché si riconosca “ciò che ci allontana da Dio e dal nostro prossimo” e, “con la luce dello Spirito Santo”, si possa “discernere con saggezza questo periodo critico che il Perù sta attraversando”. Il messaggio episcopale si conclude con parole di incoraggiamento: “Ricordiamoci che ci sono tante altre persone che stanno lavorando e facendo del bene per superare questa difficile prova. Non permettiamo che ci venga rubata la speranza!”.



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