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«Fare figli in Italia resta una bella sfida»

Nel cuore delle famiglie italiane il 2025 inizia con qualche segnale di speranza, ma anche con tante ombre, tra venti di guerra sempre più impetuosi, e una preoccupazione verso la sostenibilità ambientale che diventa una vera e propria eco-ansia, generando paura e la paralizzante sensazione di avere ben poco controllo sul proprio futuro». Non ha dubbi Francesco Belletti, direttore del Cisf, il centro di ricerca che da cinquant’anni fotografa “lo stato di salute” delle famiglie italiane. Anche lo sviluppo del sistema economico, a fronte di qualche dato positivo, come quello sull’occupa zione finalmente in crescita stabile e consistente, evidenzia segnali di grande fragilità «come la perdurante precarietà del lavoro – per di più malpagato – di troppi giovani, o la crisi dell’intero sistema dell’auto, Stellantis e Volkswagen in testa. La stessa vita quotidiana delle persone sembra attraversata da una crescente violenza diffusa, dal bullismo tra ragazzi fino alle violenze e uccisioni in famiglia».

Così, una giovane coppia, se guarda il Tg, trova ben poche buone ragioni per mettere al mondo un bambino, e troppe per decidere di non farlo. «Il 2024 ci lascia con un ulteriore calo del numero di bambini nati, con un inverno demografico sempre più gelato, e nessun segnale che ci spinga a sperare che nel 2025 questo trend possa cambiare. In Italia mettere al mondo un figlio, agli occhi dei nostri giovani, è sempre più una scommessa rischiosa, un vero e proprio salto nel buio. E certamente non basta il sostegno economico dell’assegno unico, oppure i deboli segnali di aumento dei servizi di cura (asili nido) o dei congedi genitoriali (e paterni). I segnali di sostegno alla natalità “sussurrano”, affogati in un mare di “cattive notizie” che gridano alle orecchie dei nostri giovani: vale davvero la pena di mettere al mondo un figlio?».

Allora è tempo di rivolgere uno sguardo di maggiore stima e rispetto verso quelle quasi 380 mila coppie di giovani che nel 2024 hanno avuto il coraggio di accogliere un bambino, testimoniando così, senza tanti discorsi, una speranza nel futuro che rende generativi e audaci. «Nel 2025 ce ne saranno altrettanti che faranno la stessa scelta: tanti di questi bambini nasceranno da genitori che vengono da altri Paesi, che hanno riposto la loro speranza nell’Italia, al punto da affidare a questo Paese i propri figli. “Pellegrini di speranza”, come recita l’Anno del Giubileo, ma soprattutto testimoni che sperare si può. E se nel 2025 il calo della natalità proseguirà, non sarà colpa di giovani immaturi o timorosi: sarà una responsabilità – e una sconfitta – dell’intero Paese»





Dal sito Famiglia Cristiana

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