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Energia e ambiente: un dialogo tra papa Francesco e le icone della musica internazionale



La copertina del libro di Livio de Santoli.

Papa Francesco «affiancato» da alcune delle pop star internazionali più amate, da David Bowie a Bob Dylan, da Peter Gabriel a Patty Smith, Brian Eno, Cat Stevens/Yusuf e, persino, gli italianissimi Lucio Battisti, Mogol ed Ivano Fossati. È la simbolica squadra allestita dal Prorettore Magnifico dell’Università La Sapienza di Roma, Livio De Santoli, docente di fisica e scienziato, nel suo ultimo libro dedicato a transizione energetica e difesa ambientale. Presidente dei Corsi di laurea in ingegneria energetica – per anni titolare di cattedra alla storica facoltà di Architettura «Valle Giulia» di Roma dove è stato anche il primo ingegnere preside –, autore di oltre 250 pubblicazioni, il professore nel volume – Castelvecchi editore – parla delle politiche energetiche «servendosi» dei cantautori più attenti alle questioni ambientali. Ma anche di Jeorge Mario Bergoglio, il Pontefice che più di ogni altro suo predecessore – ricorda De Santoli – predica la difesa della natura sulle orme di San Francesco. Nel testo – titolo «Rigenerazione», sottotitolo «Giustizia ambientale ed energia nell’Europa del futuro», prefazione di Pier Virgilio Dastoli – ogni capitolo è introdotto da un cantautore, dando vita ad una inedita galleria pop energetico-ambientalista. Primo testimonial, papa Francesco che «nella Laudato Sì, l’enciclica-manifesto ambientalista del 2015, – scrive De Santoli nell’introduzione – sollecita uomini e donne di buona volontà, e responsabili delle istituzioni, a fermare il degrado ambientale che deturpa la natura, il Dono supremo di Dio fatto alla intera umanità». Ma non solo. «Il Pontefice denuncia anche l’avanzare del degrado morale e spirituale, che al pari con il degrado ambientale, mette a repentaglio la vita del pianeta e di tutte le sue creature». Per cui «nella Laudato Sì invita la società a porsi urgenti interrogativi, senza ulteriori perdite di tempo, in difesa dell’ambiente e in materia di ecologia culturale, ecologia della vita quotidiana, principio del bene comune, giustizia tra le generazioni…». E per meglio sottolinearne l’«urgenza», il professore dopo il Papa cita Five Years (Cinque anni), la canzone di apertura di Ziggy Stardust incisa da David Bowie nel 1972, «un brano dispotico che preannuncia la fine del mondo entro i successivi 5 anni». Un pericolo adombrato col «dolore e l’impotenza, la confusione e la disperazione di avere a disposizione un tempo così limitato, con l’urgenza di fare cose, vedere persone, visitare luoghi, che gli mancherà in quei 5 anni prima della fine…». «Forse quell’urgenza era reale, ma probabilmente – nota l’autore – occorreva sfruttarla per fare qualcosa quando si era ancora in tempo», con evidente il riferimento alla urgenza di intervenire oggi su ambiente ed energia sostenibile.

Dopo Bowie, Bob Dylan per il capitolo sulla «Necessità di un cambio di paradigma» sul tema «La transizione giusta: l’energia nell’Europa nel prossimo futuro», con il brano del 1962, The Times They Are a-Changin, nel quale il cantante «esprime il suo entusiasmo per i tempi che stavano cambiando…». Parole che però oltre mezzo secolo dopo si scontrano con una realtà del tutto diversa, tradita, che lo stesso Dylan descrive in Things Have Changed del 2020, prendendo atto che «la speranza dei giovani si scontra con la ricetta di qualcosa che è al di là della loro portata…». Da qui, secondo De Santoli, la «necessità» di «una svolta, di un cambiamento dirompente, disruptive si direbbe oggi, che conduca a una soluzione della attuale crisi iniziando» dal riconsiderare «il modello dell’energia, poiché in questo caso le idee sono chiare». E come esempio indica «la normativa europea sulla decarbonizzazione, il Green Deal Europeo, il FitFor55 e il RepowerEU che definiscono obiettivi e tempistiche molto stringenti…».

Sul tema «Ecologia politica: dove dovrebbe andare l’Europa?», spazio a People Have the Power, successo di Patti Smith del 1988, dove si teorizza che «l’azione responsabile di ciascun individuo aumenta la sua consapevolezza di contribuire ad una causa giusta». Suggestione che, per il docente, suona come valida risposta alle attuali crisi ambientali. Non a caso, «la politica climatica sta assumendo un ruolo fondamentale…al centro della scena pubblica e privata…facendo emergere una serie di criticità, molte delle quali capaci solo di generare un alone di confusione attorno ai temi principali».

Nel capitolo su «Rigenerazione e felicità» entra in campo l’album ForverAndEverMore del 2022, nel quale Brian Eno affronta «il ruolo centrale dell’arte e dell’immaginario nella lotta al cambiamento climatico…». In continuità con Fake Plastic Trees di Radiohead del 1995. Brano che offre lo spunto a De Santoli di parlare di «Energia come bene comune» partendo dall’allarme «contro l’assuefazione e la rinuncia» denunciate da Fake Plastic Trees, quasi «un manifesto ecologista contro la plastica che sta invadendo il pianeta». Da qui l’invito a fare del terzo millennio «l’epoca dei beni comuni, in cui cominceremo ad avere cura dei nostri beni se non altro per smettere di sfruttarli, come invece abbiamo fatto negli ultimi due secoli».

Le pagine sulla «Transizione energetica e la bellezza di un mondo rinnovabile» sono introdotte da una canzone tratta dall’album di Peter Gabriel del 2023, I/O (Input/Output), un inno sull’importanza di «fare rete e di unire le forze» per «una ideologia sostenibile…per dimostrare l’importanza dell’interconnessione di tutto con tutto…». Parole che in materia di transizione energetica fanno dire all’autore che «se esiste una pianificazione, che per i singoli Stati prende il nome di Piano Nazionale Energia e Clima, ogni Paese è chiamato a far approvare i progetti europei e a seguire le indicazioni ivi contenute…».

Lo storico binomio Lucio Battisti-Mogol introduce il tema sulle Comunità Energetiche Rinnovabili e la democratizzazione dell’energia con Umanamente uomo: il sogno del 1972. Brano eseguito in principio solo strumentalmente, ma che nel testo del 1999 parla dell’importanza di sognare perché «un sogno senza ambizioni» non produce frutti concreti. Un avvertimento utile anche per le politiche energetiche. Cat Stevens/Yusuf, con Where Do the Children Play? offre invece lo spunto per introdurre il capitolo su «Cambiare il modello culturale, il ruolo delle università». È un brano in cui – ragiona De Santoli – «i progressi tecnologici erano percepiti come causa del degrado dell’ambiente e dell’individuo…un problema che persiste nel tempo» e che è causa di «cambiamento climatico, esaurimento della catena alimentare e perdita di biodiversità. È una canzone senza tempo, che conferma la drammaticità che il tema della conservazione dell’ambiente ha sulla società…».

Nel libro si fa cenno anche al libero arbitrio nel capitolo «Cercare il costo della libertà, ma anche quello della confusione», con i testi di più cantautori. Come Neil Young che nel 1970 con After the Gold Rush presenta «un vero e proprio manifesto ambientalista, che riprendeva le speranze ed il desiderio di rinnovamento dei ragazzi degli anni Settanta». In sintonia con Stephen Stills che in Find the Coast of Freedom denuncia la morte di 4 studenti alla University of Kent in uno scontro con la polizia. E poi ancora, i King Crimson che nel brano Epitaph del 1969 avvertono che un altro costo da pagare «è quello della confusione, un costo inutile, ma non per questo meno caro».

Il volume si chiude con Ivano Fossati che nel brano C’è tempo del 2003 ricorda, con toni biblici, che «c’è un tempo per seminare ed uno per aspettare…». Per confessare con amarezza: «Io invece dico che c’era un tempo sognato che bisognava sognare». In definitiva, per De Santoli «le linee strategiche per effettuare una transizione energetica giusta ci sono tutte. Ma giusta significa democratica e democrazia vuol dire libertà». Anche con l’aiuto dei sogni.

   

 

 

 





Dal sito Famiglia Cristiana

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