Luca Casarini, capomissione dell’ong Mediterranea Saving Humans: “Siamo in attesa di un porto sicuro. Nel Mediterraneo muoiono in migliaia per omissione di soccorso da parte degli Stati
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
A dimostrazione che i flussi di migranti lungo le rotte mediterranee non accenano a diminuire stanno i numeri. Secondo i dati più recenti nell’ultima notte almeno 500 persone sono state soccorse e sbarcate a Lampedusa, mantre nella acque che separano l’Europa dal nord Africa incociano almeno 18 navi della flotta messa in piedi dalla società civile e impegnata in missioni di ricerca e soccorso.
La missione della Mare Jonio
L’ultima missione in ordine di tempo è quella avvenuta nell’area Search and Rescue tunisina e portata a compimento dalla nave dell’ong Mediterranea Saving Humans. Un salvataggio drammatico e insperato, avvenuto dopo 10 ore di navigazione grazie a una segnalazione di Alarm Phone. Tutti i 58 migranti a bordo provenivano dalla Libia ed erano alla deriva da oltre 22 ore, ormai privi di ogni forza o speranza di salvezza. Il capomissione dell’ong, Luca Casarini, presente al Sinodo dei Vescovi in corso in Vaticano è stato tra i primi a diffondere la notizia di quanto accaduto nella notte.
I lager libici a pieno regime
Intervistato dai media vaticani Luca Casarini ha denunciato la completa mancanza di qualsisi criterio di rispetto dei diritti umani. Non solo in Libia, ma ovunque esistano centri di trattenimento dei migranti prima che possano giungere in Europa. “Intercettare i migranti diventa un business – spiega Casarini – e questo ovviamente ci porta a un altro dei temi di attualità più drammatici e cioè l’apertura del centro di trattenimento ed espulsione italiano in Albania. “Un modello purtroppo pericolosissimo perché prelude alla sostaziale cancellazione del diritto d’asilo e che è stato uno dei pilastri delle nostre democrazie dal dopoguerra.
Il cimitero mediterraneo
Da gennaio a oggi, nel Mediterraneo centrale, ci sono stati almeno 1.400 morti, il 20% dei quali erano bambini. “In un certo senso sono morti per omissione di soccorso”, denuncia Casarini, che spiega come in queste acque non manchino navi militari. “Eppure non hanno compiti di ricerca e soccorso e questo è inspiegabile”.
Sensibilizzare le opinioni pubbliche
Sull’importanza della sua presenza al Sinodo il capomissione di Mediterranea Saving Humans è molto chiaro: “E’ innanzitutto un’occasione incredibile per comprendere che questi problemi che noi affrontiamo nel Mediterraneo li hanno tutti, in ogni parte del mondo. Ed è anche l’occasione per riflettere su un mondo nuovo e quindi a partire proprio dalla sofferenza, a partire dalle periferie del mondo. Noi possiamo capire cosa significa un mondo nuovo a partire dagli ultimi. E questa riflessione è certamente centrale al Sinodo”.