«Credevo di essere il marito giusto, ma lei vuole separarsi»

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Lei, con in braccio il nostro ultimo figlio di dodici mesi, mi ha detto: “Voglio separarmi, non mi sento né capita né valorizzata da te”. Non solo sono caduto dalle nuvole, ma non ho proprio capito: ho sempre pensato di essere il marito “giusto” per lei, non le ho mai fatto un torto, l’ho sempre trattata bene, “anche troppo”, come dice mia madre. Ma che cosa devo fare ancora?

ROMANO



Sei davvero disperato, caro Romano, ma… giri attorno a te stesso. Lasciamelo dire: sembri sotto… un incantesimo; non fai che pensare alle tue ragioni che, nella tua triste sorpresa per le parole di lei che non capisci, condividi con tua madre; e lei – permetti? – secondo te non fa che semplificarti il problema: è che l’hai trattata troppo bene, l’hai accontentata in tutto e adesso “chissà cosa vuole”. Siete perfino d’accordo – tu e tua madre – che lei non abbia un altro: il che renderebbe ai vostri occhi la cosa almeno plausibile per quanto triste. Forse, caro Romano, bisognerebbe cambiare di direzione lo sguardo: cominciare a guardare lei e le sue “ragioni” (che non sono necessariamente torti tuoi)! Come mi racconti, in cinque anni tua moglie ha partorito tre figli, belli e sani, “la nostra gioia”, come tu dici intelligentemente. Mi racconti anche di una sana divisione dei compiti: per esempio, tu e tua moglie mettete a letto i piccoli a sere alterne, avete anche stabilito i “turni” notturni per svegliarsi se qualche piccolo chiama. Tua moglie fa un part-time in banca al mattino e sua madre la sostituisce adeguatamente; il pomeriggio e la sera – tu dici – sono tutti suoi (tu arrivi dopo le 20 e trovi pronta la cena). “Tutto in ordine”, pare. E se invece lei avesse bisogno che, almeno per un po’, saltasse questa benedetta “divisione dei compiti”? Se avesse bisogno di un po’ di novità, di allegria, di riconoscimento? Le hai detto, forse, che la stimi come madre e come moglie? Le hai fatto qualche sorpresa, di quelle che fanno dire a una moglie: «Non avrei mai creduto che»… (mi difendesse davanti a sua madre / si interessasse a me / organizzasse una splendida serata per noi due eccetera). Ti auguro uno tsunami di fantasia, caro marito “angustiato” – come ti autodefinisci!





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