Che cos’è il concilio?
È una riunione di tutto il collegio episcopale (i vescovi di tutto il mondo), convocati dal Papa per affrontare problemi dottrinali e pastorali posti dal tempo presente. Nella storia della Chiesa cattolica sono stati celebrati 21 concili ecumenici (cioè universali). Il Sinodo, invece, riunisce solo una rappresentanza dei vescovi.
Quali sono i concili più importanti nella storia della Chiesa?
I primi quattro concili si sono svolti a Nicea (nell’anno 325); Costantinopoli (381); Efeso (431) e Calcedonia (451) per definire gli aspetti fondamentali del Credo che professiamo ancora oggi: Cristo è vero uomo e vero Dio ed è una delle tre persone della Trinità, generato e non creato, si è incarnato, è nato dalla Vergine Maria, che è la Madre di Dio. Tra i concili più rilevanti del Medioevo ci sono i quattro Lateranensi (1123, 1139, 1179, 1215), i primi svolti a Roma, che condannano alcune eresie, rendono obbligatorio il celibato dei preti e introducono il termine “transustanziazione” riferito all’Eucaristia. Di fondamentale importanza per la Chiesa dell’età moderna è il concilio di Trento (1545-1563), che ribadisce la dottrina sui sette sacramenti e in particolare la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, condanna la teoria calvinista della predestinazione, definisce la struttura gerarchica della Chiesa, disciplina la formazione e la condotta del clero, introduce i seminari e le parrocchie. Dopo Trento per tre secoli non si celebrano altri concili.
Perché si chiama concilio Vaticano II?
Perché è il secondo concilio svoltosi nella basilica vaticana di San Pietro. Si è tenuto dal 1962 al 1965 sotto i pontificati di Giovanni XXIII (fino al 3 giugno 1963) e Paolo VI. Il concilio Vaticano I, invece, si è svolto tra il 1869 e il 1870, interrotto dopo la presa di Roma da parte del Regno d’Italia. Il Vaticano I ha definito i dogmi dell’infallibilità papale e dell’Immacolata concezione.
Quali sono i documenti approvati dal Vaticano II?
L’obiettivo generale del Vaticano II è stato quello di «aggiornare» la Chiesa ai segni dei tempi per annunciare all’uomo contemporaneo la morte e risurrezione di Gesù e la sua presenza che continua nella storia. Ha approvato 16 documenti, dei quali quattro costituzioni dogmatiche: la Sacrosantum concilium sulla liturgia e la sua riforma; la Lumen gentium sulla Chiesa (si passa da una concezione di Chiesa come istituzione alla Chiesa come comunione e sacramento di salvezza per il mondo intero; si supera la struttura rigidamente gerarchica a favore di una dimensione comunionale; si apre all’apostolato dei laici e all’ecumenismo); la Dei Verbum sulla Divina Rivelazione nella Sacra Scrittura (si ammette la lettura diretta della Bibbia da parte dei fedeli e se ne sottolinea la centralità nella vita della Chiesa); infine la Gaudium et spes sul rapporto con il mondo contemporaneo (si superano antiche diffidenze e condanne: in tutto e tutti – anche nei non cristiani come nel progresso e nella scienza – si riconosce un germe di bene).
Quali sono stati i principali cambiamenti concreti nella vita della Chiesa dopo il Concilio?
L’effetto più visibile è stato l’avvio della riforma liturgica che ha introdotto la Messa nelle lingue nazionali (prima era solo in latino) con il prete rivolto verso i fedeli e il coinvolgimento dei laici nella proclamazione delle letture e di alcune preghiere. Si è incoraggiata la partecipazione frequente all’Eucaristia e la lettura personale e comunitaria della Bibbia. Per dare seguito alla collegialità, papa Paolo VI ha istituito la periodica convocazione del Sinodo dei vescovi. Nelle parrocchie e nelle diocesi sono nati i Consigli pastorali. È stato reintrodotto il diaconato per gli uomini sposati e sono stati istituiti i ministeri di lettore, accolito e catechista, accessibili a donne e uomini laici. Inoltre si è dato fondamento al dialogo ecumenico e interreligioso.