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Conclave, tutto pronto per alloggi e sicurezza. I cardinali elettori presenti a Roma

Oggi la decima Congregazione generale dei porporati elettori: 26 interventi su diversi temi, tra cui le preoccupazioni per le divisioni nella Chiesa, le sfide di trasmissione della fede, cura del creato, guerra e l’attesa per un pastore vicino alle persone, in un mondo frammentato. Il camerlengo ha sorteggiato le assegnazioni delle stanze a Santa Marta e Santa Marta vecchia

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Percorsi blindati, spazi chiusi da sigilli, cellulari lasciati a Casa Santa Marta, giuramenti di segretezza. Mancano circa quarantott’ore alla processione che, nel pomeriggio di mercoledì 7 maggio, condurrà i cardinali elettori nella Cappella Sistina ma già tutto è sostanzialmente pronto per dare inizio al Conclave che eleggerà il nuovo Pontefice della Chiesa universale. A Roma sono presenti tutti i 133 cardinali, provenienti da ogni parte del mondo (anche quelle più “periferiche”), chiamati a votare sotto il sublime Giudizio di Michelangelo. Centotrentadue oggi hanno preso parte alla decima Congregazione generale nell’Aula nuova del Sinodo (tutti sono presenti ma non tutti partecipano ad ogni sessione), insieme ad altri 47 cardinali ultraottantenni (179 in generale). Hanno discusso, come in tutti questi giorni, delle necessità della Chiesa di oggi e di domani e tratteggiato le aspettative per il futuro Pontefice.

Gli interventi nella decima Congregazione

“Molti si attendono un pastore vicino alle persone, porta di accesso alla comunione, in un mondo in cui l’ordine mondiale è in crisi”, ha sottolineato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, nel quotidiano briefing sui lavori. Ventisei, ha detto, sono stati gli interventi che si sono avvicendati dalle 9 fino in questa sessione mattutina che precede una pomeridiana, resasi necessaria dalle numerose richieste avanzate dai cardinali di poter prendere parola. Cinque minuti a testa il tempo concesso per ogni intervento: “Ma chi vuole parla anche più a lungo”. Numerosi e variegati i temi affrontati: il diritto canonico e il ruolo dello Stato della Città del Vaticano; la natura missionaria della Chiesa; il ruolo della Caritas nel difendere i poveri; le sfide della trasmissione della fede, della cura del creato, della guerra e di un mondo frammentato. Poi le vocazioni, la famiglia, l’educazione dei figli; il riferimento ai documenti del Concilio, in particolare la Dei Verbum, nell’ottica della Parola di Dio come nutrimento del popolo; l’Eucarestia, con la raccomandazione di non dimenticare il Sacramento di Cristo nei poveri.

Non è mancata durante la riunione dei cardinali una sottolineatura della “preoccupazione per le divisioni nella Chiesa”, così come è stata rilevata la presenza di tanti giornalisti a Roma – oltre 4 mila quelli accreditati finora – che, ha affermato Bruni, “dice che il Vangelo ha senso per il mondo di oggi, come una chiamata alla responsabilità”. E sulla stessa scia è stata rievocata la preghiera del Papa da solo in Piazza San Pietro durante la pandemia di Covid del 27 marzo 2020. Uno dei momenti più iconici del pontificato, la cosiddetta Statio Orbis, ricordata “come porta aperta di speranza nella paura”.

Sorteggiate le stanze a Santa Marta e Santa Marta vecchia

Come detto, una congregazione è prevista nel pomeriggio; un’altra si terrà domani mattina alle 9 ma, al momento, non è prevista una sessione nel pomeriggio di domani, momento in cui i porporati potranno iniziare ad occupare le loro stanze a Casa Santa Marta e a Santa Marta vecchia (due edifici praticamente attaccati l’uno all’altro). Avranno tempo per farlo fino a mercoledì mattina, prima della Messa “pro eligendo Pontifice” celebrata dal cardinale decano Giovanni Battista Re.

E proprio il cardinale Re ha informato che sabato pomeriggio il cardinale camerlengo, Joseph Kevin Farrell, ha fatto il sorteggio per l’assegnazione delle stanze. Non ci sono dettagli su quanti cardinali saranno distribuiti nella Domus per dodici anni residenza del Papa e quanti nella “casa” vicina. Né ci sono indicazioni, ha detto Bruni, su quali stanze sono state sigillate a Santa Marta, considerando anche lo spazio del secondo piano occupato fino al 21 aprile scorso da Papa Francesco.

Il giuramento di officiali e addetti ai lavori

Oltre ai cardinali è presente anche il personale che aiuterà durante il Conclave stesso, tra officiali, addetti ai lavori, infermieri, cuochi, confessori e via dicendo. Presenti tra loro anche alcune donne e tutti presteranno giuramento oggi alle 15 nella Cappella Paolina. È il Governatorato in questi giorni ad occuparsi della organizzazione degli spazi alloggiativi, sia per quanto riguarda la parte logistica nello Stato della Città del Vaticano, sia per la sicurezza espletata attraverso la Gendarmeria. Forze di sicurezza sono previste lungo il percorso che da Santa Marta i cardinali percorreranno verso la Cappella Sistina: “Sono liberi di muoversi come vogliono e potranno raggiungerla a piedi o in pullman”. Il tragitto – più o meno un chilometro, considerando anche i ‘corridoi’ interni – sarà sigillato ma sarà permesso l’accesso ad altri uffici vaticani. Non è vietato ai cardinali parlare tra loro durante il cammino. D’altronde fu Papa Francesco a raccontare sin dagli inizi del pontificato della sua chiacchierata con il cardinale Gianfranco Ravasi che aveva fatto ritardare l’ingresso in Sistina.

No contatti col mondo

Vietato per i porporati, secondo la costituzione Universi Dominici Gregis, è invece avere contatti col mondo. Una precauzione per evitare un qualsiasi tipo di interferenza sulla scelta del voto. I cardinali sono invitati a lasciare i cellulari a Santa Marta, dove le comunicazioni all’esterno saranno interrotte. Lo stesso avverrà, naturalmente, in Sistina. Qualche giorno fa ai conclavisti è stato consegnato un faldone con foto e biografie di tutti i partecipanti al Conclave. Vengono diffuse poi informazioni “ufficiali” durante le Congregazioni generali. Non vi è invece una distribuzione di altri tipi di “informazione”, come ad esempio le diverse lettere “aperte” inviate ai porporati da diverse categorie di persone. L’ultima, la missiva di un gruppo di giovani che chiedono ai cardinali di eleggere un “Papa pastore” come lo fu Jorge Mario Bergoglio. “Se fanno circolare altre informazioni non ufficiali sono liberi di farlo”, ha chiosato Bruni, spiegando che non è consentito, per questioni di ordine pubblico e di opportunità, appostarsi ai vari ingressi né nei paraggi per distribuire materiale.

Le “fumate”

Grande spazio, infine, nelle domande dei giornalisti durante l’affollato briefing odierno ai dettagli sulle “fumate”, ovvero il fumo (nero in caso di mancata elezione, bianco in caso contrario) emesso dal comignolo simbolo di ogni Conclave impiantato sul tetto della Sistina. Matteo Bruni ha spiegato che due saranno le fumate: una la mattina e una nel tardo pomeriggio. Non c’è una indicazione precisa per l’orario. Guardando al passato, orientativamente potrebbero essere gli orari delle 12/12.30 e delle 19/19.30; questa volta va tenuto in considerazione anche il numero più alto di elettori. Qualora il fumo dovesse apparire prima sarà il segno che il Conclave ha scelto il nuovo Papa.



Dal sito Vatican News

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