Frane, corsi d’acqua oltre la soglia di pericolo ed esondazioni sono l’effetto dell’ondata di maltempo che nelle ultime ore ha imperversato sulle vallate alpine del Torinese. Le più colpite sono la Valle Orco, le Valli di Lanzo e la Valle di Susa. Forti grandinate nel Canavese; con chicchi di 5 centimetri di diametro. L’abitato di Chialamberto è stato interessato da una colata di fango e detriti. Nei pressi di Locana, in Valle Orco, una frana si è abbattuta sulla strada provinciale 460 e quattro persone sono rimaste bloccate.
«Abbiamo contattato la protezione civile e verso le 9:30 siamo stati evacuati con l’elicottero. Dal sentiero non potevamo passare per la semplice ragione che non esisteva più». La testimonianza, resa a proposito dell’ondata di maltempo che nelle scorse ore ha flagellato le vallate del Piemonte, è di uno dei volontari che, intorno al massiccio del Monte Rosa, sul versante che ricade nel Verbano-Cusio-Ossola, gestisce il rifugio Cai-Saronno, a quota 1.827 metri. Della comitiva faceva parte un gruppo giovanile di alpinismo da Novara. «I problemi – spiega – si sono verificati più in basso rispetto al rifugio. Ma questa mattina ci siamo svegliati senza corrente». Chi non intende spostarsi è Cristina Rainelli, dell’agriturismo Alpe Burki. «Noi – dice – siamo in alpeggio, qui abbiamo gli animali, non possiamo lasciarli soli. Il problema sarà togliere il materiale dal sentiero. Però i danni grossi sono stati in basso, in paese».
Nel weekend, a Macugnaga si doveva svolgere il Monterosa Est Himalayan Trail. La manifestazione è stata annullata ma gli organizzatori rassicurano: tutti gli atleti e tutti i membri dello staff sono al sicuro. Intanto in valle d’Aosta, circa 200 persone vengono evacuate dalla vallata di Cogne in elicottero, dopo che l’unica strada di collegamento, la regionale 47, è stata danneggiata dall’alluvione di ieri.
Si tratta di «residenti e turisti: un centinaio dalla Valnontey e altrettanti da Cogne», ha detto il presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin, durante un punto stampa. Alcune decine le persone che invece devono raggiungere il paese. La base per la partenza e gli arrivi degli elicotteri è a Aymavilles, comune più a valle. Gli albergatori di Aosta (associazione Adava) stanno raccogliendo disponibilità per offrire camere gratuitamente agli sfollati. Alle comunità colpite dall’alluvione in Piemonte e Valle d’Aosta, arriva l’appoggio dalla Regione Liguria: «Stiamo seguendo l’evolversi della situazione con l’isolamento di decine di persone in diverse zone del Piemonte e di alcuni comuni valdostani, a causa di frane, smottamenti e dell’esondazione dei torrenti. Come Regione» annunciano il presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana e l’assessore alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone. «Siamo a disposizione per offrire il supporto della nostra Colonna mobile di Protezione civile, pronta a partire in caso di necessità. Il nostro ringraziamento è rivolto alla Protezione civile, ai Vigili del fuoco, ai volontari e alle Forze dell’ordine che stanno lavorando senza sosta».
Al Sud intanto si soffre per l’arsura: «La siccità estrema che colpisce la Sicilia sta arrecando danni al comparto agricolo stimati in 2,7 miliardi di euro, pari a un quarto del valore della produzione agricola regionale», un’emergenza per la quale, Confcooperative Fedagripesca, chiede al governo un intervento immediato, che passi attraverso il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale e una piena operatività del fondo mutualistico nazionale.
«Ma occorre anche rendere al più presto operativo il sistema dei risarcimenti, come anche avere incentivi per sviluppare e implementare il sistema assicurativo agricolo. «I raccolti di grano sono fortemente a rischio, – spiega il presidente Carlo Piccinini – l’ortofrutta è in sofferenza e anche la vendemmia regionale alle porte rischia di subire un duro colpo, con il paradosso che solo fino a poco fa le aziende hanno fatto ricorso dapprima alle misure di distillazione e poi a quelle sulla vendemmia verde, finalizzate all’obiettivo di contenere la produzione». Ma per il presidente «è in generale tutto il quadro nazionale a destare preoccupazioni a causa di eventi climatici estremi: al Nord preoccupano le eccessive piogge, al Sud gli invasi sono ai minimi storici. Questa situazione compromette i raccolti e la redditività stessa delle imprese agricole».
Per questo Confcooperative Fedagripesca sottolinea «la necessità di un’azione rapida e coordinata a livello nazionale per affrontare la crisi climatica e garantire la sopravvivenza del settore agricolo, fondamentale per l’economia e la sicurezza alimentare del Paese».
La spaccatura Nord/Sud era stata fotografata nei giorni scorsi nel bollettino settimanale dell’associazione dei consorzi di bacino, l’Anbi, sulla situazione idrica italiana. «Mentre al Sud Italia la siccità distrugge i raccolti, desertifica i territori e prosciuga i rubinetti (pregiudicando agricoltura e turismo), al Nord (dall’Appennino Tosco-Emiliano alle Alpi) si sono registrati, in una settimana, oltre 150 eventi estremi fra trombe d’aria, raffiche di vento, grandinate anomale, nubifragi, provocando una vittima oltre a tracimazioni di fiumi, frane, danni alle infrastrutture ed alle abitazioni.
Tutti i grandi laghi del Nord siano al colmo della capacità (Maggiore: 99,4%; Lario: 78,8%; Benaco: 108,6%; Iseo: 95%). Le portate dei fiumi in Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria e Toscana sono sopra la media, come pure il manto nevoso sulle Alpi. Al Centro il quadro cambia completamente, e la siccità si fa sentire. Le portate dei fiumi in Umbria e Lazio continuano a calare, il Tevere è al 46% del flusso consueto di questo periodo, il lago Trasimeno si è abbassato di altri due centimetri. Solo nelle Marche i fiumi tornano a crescere, ma rimangono sotto la media. Nessuna, significativa pioggia ha mitigato la gravissima aridità, che attanaglia da quasi un anno il Sud Italia. In Basilicata le riserve d’acqua stoccata nei bacini artificiali sono calate di 12 milioni di metri cubi in una settimana. In Puglia, nella Capitanata gli invasi sono vuoti al il 56%. In Calabria il letto del fiume Ancinale è ormai praticamente asciutto, gli altri sono in calo. In Sicilia la temperatura non scende mai sotto i 20 gradi. Le piogge hanno beneficato qualche zona sulle pendici dell’Etna, ma non hanno ristorato le aree in maggiore difficoltà: zero gocce sulla costa orientale a Sud di Catania, zero su tutte le province di Siracusa e di Ragusa».