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Allarme clima: gennaio il mese più caldo di sempre. Il Cnr: Mediterraneo a rischio


Per l’osservatorio Copernicus “la temperatura media globale a gennaio è stata di circa 1,75 gradi in più rispetto all’epoca preindustriale”. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche riferisce che il 2023 e il 2024 sono gli anni più caldi di sempre. L’Europa si affida al Green Act per contenere l’aumento delle temperature

Alessandro Guarasci-Città del Vaticano

Gennaio 2025 è stato il gennaio più caldo a livello globale, con una temperatura media dell’aria di 13,23 gradi, 0,79 gradi in più rispetto alla media di gennaio del periodo 1991-2020. Sono i dati rilevati dal servizio Copernicus sui cambiamenti climatici (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con finanziamenti dell’UE. Gli accordi di Parigi ponevano il limite di un grado e mezzo per evitare che il surriscaldamento del pianeta comporti danni irreparabili al pianeta.

Nemmeno il fenomeno Niña è riuscita ad abbassare le temperature

Il primo mese dell’anno è stato di 1,75 gradi sopra i livelli pre-industriali, diventando il 18.mo degli ultimi 19 mesi in cui la temperatura media globale dell’aria in superficie è stata di oltre 1,5 gradi superiore al livello preindustriale. Per  Sante Laviola dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima, Cnr-Isac, “dobbiamo ricordare che ovviamente il sistema climatico non è un sistema a comparti stagni. L’anno climatico ha logicamente un continuum  quindi noi viviamo ancora nell’eredità dell’anno più caldo della storia il 2024, che viene dopo l’anno 2023, il secondo anno più caldo. C’è da dire che il 2023, sul finire, e il 2024 erano stati connotati dalla presenza del Niño, questa anomalia termica – spiega Laviola – che tendenzialmente porta a un innalzamento delle temperature e questo ha comportato, dall’inizio dell’anno scorso fino alla primavera inoltrata, mesi sempre più caldi. Ora assistiamo al fenomeno della Niña che paradossalmente porta il contrario, cioè il raffreddamento. Tuttavia chiudiamo il mese di gennaio 2025 come il mese più caldo a livello globale. La Niña non ha mitigato la tendenza al rialzo delle temperature globali”.

Napoli più calda de il Cairo e di Ryad

Ci sono aree del pianeta che sono in qualche modo più a rischio delle altre. Pensiamo al Mediterraneo che in qualche modo è un sistema chiuso. L’Associazione bonifiche mette in luce che proprio il Sud Italia rischia un innalzamento senza precedenti. Uno, forse anche due gradi in più de il Cairo e Riyad: saranno quelli registrati a Napoli domenica, all’incirca tra le 14 e le 15, dove i termometri toccheranno i 18-19 gradi. È il nuovo allarme climatico lanciato dall’Osservatorio Anbi sulle Risorse idriche sulla base delle mappe metereologiche del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf). Nello stesso giorno, infatti, nelle città di Egitto e Arabia Saudita si toccheranno 17 gradi. Per Laviola, “le aree a rischio vengono etichettate con un termine tecnico hotspot,  un’area particolarmente danneggiata, ce ne sono diverse nel pianeta. E Il Mediterraneo è una di queste. Significa che il Mediterraneo, rispetto al globo, si sta riscaldando di più e all’interno c’è un ulteriore hotspot. L’Italia ha superato come nazione il grado e mezzo ormai da diverso tempo”. La parola dunque è adattamento, rispettando il più possibile il Green act europeo.

 



Dal sito Vatican News

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