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Sei giovani del Cai Eagle Team pronti per la spedizione in Patagonia

Sei settimane di formazione, dalla Grigna alle Dolomiti, dal Monte Bianco fino all’Oberland bernese, sognando la Patagonia. In dodici, fra ragazze e ragazzi under 28, hanno partecipato al Cai Egle Team, per guadagnarsi un posto nel nella spedizione alpinistica internazionale finanziata dal Club alpino italiano, insieme all’alpinista Matteo Della Bordella. Dopo arrampicata su roccia, ghiaccio e misto, e in fessura, cimentandosi anche nell’apertura di una via, a essere selezionati sono stati il trentino Marco Cordin, 24 anni, il bresciano Luca Ducoli, 23, il bergamasco Dario Eynard, 24, il marchigiano Giacomo Meliffi, 28, la milanese Alessandra Prato, 29, e la torinese Camilla Reggio, 28. Per loro sarà la prima esperienza in sul granito più famoso del mondo. 
Il gruppo, in partenza il prossimo 30 gennaio, sarà guidato da Della Bordella e dai tutor Massimo Faletti, Silvia Loreggian e Luca Schiera. «Il progetto Cai Eagle Team, che abbiamo ideato insieme a Matteo Della Bordella e al Club alpino accademico italiano, incarna perfettamente i nostri valori fondanti, come la trasmissione delle competenze tecniche dell’alpinismo, il rispetto per l’ambiente e lo spirito di avventura, portandoli verso il futuro», afferma il presidente generale del Club alpino italiano, Antonio Montani. «Il Cai Eagle Team rappresenta un modo concreto per dare valore e rilanciare una tradizione alpinistica che affonda negli oltre 160 anni di storia della nostra associazione, coniugando tradizione e innovazione. Guardando questi giovani, non posso che sentire un profondo orgoglio: sono il simbolo di un Club alpino italiano che sa crescere con loro, ispirandoli a sognare in grande e a vivere la montagna con consapevolezza e rispetto».
La base della spedizione sarà la cittadina di El Chalten, da cui si raggiungono facilmente le principali e più affascinanti montagne della zona, come il Cerro Torre e il Fitz Roy. Il team si organizzerà in cordate e lavorerà su diversi obiettivi, con la volontà di affrontare salite e pareti impegnative. «Selezionare i sei alpinisti è stato difficilissimo. Tutti i quindici partecipanti potenzialmente, avrebbero meritato di fare parte della spedizione», spiega Matteo Della Bordella. «Ho visto questi ragazzi e ragazze crescere tantissimo, sia tecnicamente che mentalmente. Settimana dopo settimana, sono passati dall’essere quindici sconosciuti a un gruppo affiatato. È stata una crescita collettiva che ci ha arricchiti tutti, me per primo. Ora il pensiero va al futuro, alla Patagonia: affronteremo un’esperienza unica, su quelle che considero le montagne più belle del mondo. Si sale di livello». L’alpinismo «è un’esperienza che unisce dimensione individuale e collettiva, capace di trasformare profondamente chi la vive», afferma anche Mauro Penasa, presidente del Club alpino accademico italiano. «Il progetto Cai Eagle Team ha offerto a un gruppo di giovani talentuosi un’occasione unica: in soli diciotto mesi si è concretizzato ciò che probabilmente avrebbe richiesto anni, alimentando la loro capacità di sognare in grande e porsi obiettivi ambiziosi. Questa capacità è fondamentale per il futuro dell’alpinismo, che si nutre di storie, sogni e sfide condivise». 





Dal sito Famiglia Cristiana

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