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Jazz e gruppi di lavoro: l’improvvisazione come arte di vivere l’incertezza

Cosa accomuna una jam session e una riunione aziendale? A prima vista nulla. Eppure, sotto la superficie, c’è un filo invisibile ma robusto: l’improvvisazione. È l’arte di decidere nel flusso degli eventi, accettando l’incertezza senza subirla. Come nel jazz, anche nei team di lavoro il successo dipende dalla capacità di ascoltare, adattarsi, agire con competenza, valorizzare l’errore e cogliere l’occasione nascosta nel caos.

Da questa intuizione nasce il progetto di ricerca che verrà presentato mercoledì 8 maggio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nel convegno “Jazz, Comunicazione e Cultura”. Uno studio interdisciplinare che coinvolge ricercatori del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo e di PsiCom insieme ai Civici Corsi di Jazz della Scuola di Musica Claudio Abbado, e che prende le mosse dagli studi pionieristici di Alessandro Duranti e Kenny Burrell (UCLA, 2005), e di Marco Mariani (Bocconi, 2016).

Al centro c’è il jazz interplay, quel dialogo fluido tra musicisti che si costruisce in tempo reale e che ha molto da insegnare a chi lavora in contesti organizzativi complessi. Come un sassofonista che improvvisa su una struttura condivisa, così anche i membri di un team efficace devono avere basi solide (conoscenze, competenze, processi aziendali) ma anche la flessibilità per uscire dagli schemi e creare valore.

Alla base di entrambi i mondi ci sono due parole chiave: fiducia e ascolto. Senza la prima, non c’è rischio condiviso. Senza il secondo, non c’è sintonia. L’interazione musicale e quella professionale si alimentano così a vicenda, in un continuo gioco tra struttura e libertà.

Il progetto di ricerca ha analizzato venti ore di registrazioni – lezioni, prove e concerti – coinvolgendo una cinquantina di musicisti. Interviste, questionari e osservazioni sul campo completano il corpus analizzato. L’obiettivo? Esplorare i processi conversazionali e gestuali che si intrecciano con le pratiche musicali, per comprendere meglio come nasca la coordinazione creativa tanto sul palco quanto in ufficio.

Il convegno sarà anche l’occasione per riflettere sul ruolo del jazz a Milano come motore di integrazione culturale e rigenerazione urbana. A concludere la giornata sarà l’intervento di Enrico Intra, pianista di fama internazionale e fondatore dei Civici Corsi di Jazz, che racconterà la sua visione del jazz come lingua franca del nostro tempo.

Come direbbe Miles Davis: «Il jazz è ciò che accade quando il pensiero incontra l’istinto». E forse, anche un’opera d’arte, quando funziona, è un po’ così.





Dal sito Famiglia Cristiana

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