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A Kherson, sotto le bombe, compie due anni la mensa nata grazie all’aiuto di papa Francesco



Volontarie della cucina sociale di Kherson.

Nel Centro domenicano San Martino de Porres di Fastiv, nella regione di Kyiv, aspettavano con grande speranza la visita di papa Francesco. Tutto era già pronto, per ospitare il Pontefice. All’ultimo piano del grande edificio che ospita il Centro, nella zona destinata ai volontari e agli ospiti, accanto alla cappella si apre una stanza appartata, un piccolo appartamento ben arredato e curato. «Lo teniamo per il Santo Padre, se un giorno verrà a trovarci di persona», aveva raccontato, tempo fa, Kateryna Chvalova, direttrice della scuola dell’infanzia e primaria di questo grande Centro di accoglienza, di servizi sociali, di opere di solidarietà e aiuti umanitari fondato dai padri domenicani (https://sanmartin.center).

Papa Francesco non è riuscito ad andare a Fastiv. Ma non ha mai fatto mancare la sua vicinanza al Centro San Martino. Una vicinanza vissuta nella concretezza dell’aiuto attraverso l’azione del cardinale Konrad Krajewski, il suo elemosiniere. «Ringraziamo Dio per la vita di papa Francesco. Gli siamo molto grati per tutto quello che ha fatto per noi. Lo ringrazio per tutte le preghiere che ha sempre rivolto all’Ucraina in tutto questo periodo di guerra». Padre Miszka Romaniv, direttore del Centro San Martino, è appena rientrato a Fastiv da Kherson, città martoriata del Sud dell’Ucraina, sul fiume Dnipro. Buona parte della regione è sotto occupazione russa e il capoluogo vive sotto attacco costante, con raid missilistici e droni, che rendono la città particolarmente pericolosa, bersaglio continuo del fuoco nemico. La maggior parte della popolazione ha abbandonato la città, le strade sono deserte. Chi è rimasto a vivere lì sta chiuso in casa, si esce solo per brevisssimi periodi, per le necessità.

A Kherson, proprio grazie al sostegno economico di papa Francesco, nel 2023 il Centro San Martino ha realizzato una mensa per fornire pasti caldi agli abitanti, alle persone che non hanno più nulla, agli anziani, ai più fragili. In questi giorni, la mensa celebra il suo secondo anniversario. Un’occasione per padre Miszka per ricordare quanto papa Bergoglio sia stato importante. Oltre alla cucina sociale, grazie all’aiuto di papa Bergoglio, a Kherson i domenicani di Fastiv hanno realizzato anche un forno per distruibuire pane ogni giorno a chi è nbel bisogno.  

Qualche tempo fa, la cucina sociale è stata colpita da colpi di artiglieria che l’hanno danneggiata. Ma, nonostante le difficoltà, i volontari non hanno interrotto il servizio e hanno continuato a preparare e servire i pasti. Qui si lavora senza sosta, anche in mancanza di energia elettrica, senza luce. «La città e la popolazione di Kherson soffrono immensamente. I viaggi in questi luoghi sono molto difficili, fisicamente e mentalmente. Ma la mensa è diventata un faro di speranza per tanti qui», prosegue padre Miszka. «Quando siamo partiti con questo progetto, gli abitanti ricordavano bene l’occupazione russa della città, terminata a novembre del 2022. In questi due anni di impegno abbiamo preparato e distribuito quasi 300mila pasti caldi agli abitanti rimasti, alle persone malate, costrette all’immobilità, a chi è in ospedale, agli operatori e ai soccorritori, a tutti coloro che stanno dando una mano in città. Per noi questa è una missione, un servizio molto importante in tempo di guerra. Grazie di cuore a papa Francesco che, attraverso il cardinale Krajewski, nel primo anno ha sostenuto questa attività. Nel 2022 il Pontefice ci ha inviato una lettera di sostegno.  Grazie anche per ogni sua parola e ogni suo gesto con i quali ci ha mostrato il volto misericordioso del Padre».   

(Foto: padre Miszka Romaniv con le operatrici e volontarie della mensa di Kherson, realizzata esattamente due anni fa grazie al sostegno di papa Francesco)





Dal sito Famiglia Cristiana

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